mercoledì 20 ottobre 2010

Deferito ! /2

Indubbiamente i  contenuti delle accuse che il procuratore federale mi ha addebitato nella sua lettera mi hanno sorpreso.

Sintetizzandole, avrei  intenzionalmente travisato le informazioni fornitemi verbalmente da Fausto Pennestrì  sul bilancio federale per gettare discredito sulla Federazione e avrei addirittura accusato nel mio articolo la stessa di occultare 2,7 milioni di Euro.

Sono  immediatamente andato a rileggermi l’articolo di Arcosfera “Tre numeri magici” per verificare se  effettivamente avevo scritto una simile corbelleria  ma,  come tutti possono facilmente constatare, non ho trovato  ovviamente niente  del genere nel mio scritto. 
La cifra complessiva delle disponibilità di bilancio 2009 mi era stata comunicata da Penestrì  in 5 milioni di Euro circa. Se l’ammontare era diverso, ovviamente non potevo saperlo, visto che il bilancio non viene più presentato alla Assemblea Nazionale da anni, ne tantomeno potevo inventarmelo per la stessa ragione.
  
Inoltre, se dalle stime fatte delle varie tipologie di spesa mancavano all’appello circa 2,7 milioni di Euro, il fatto che non si sapesse dove erano stati spesi era ancora da ricercarsi nella “secretazione” del bilancio. Nessun dubbio che il bilancio fosse stato legalmente certificato dai Revisori dei Conti. Semplicemente, molti dubbi se  la maggior parte dei Consiglieri Federali e dei Presidenti di Comitato Regionale avessero idea su che capitoli di spesa questa cifra fosse stata distribuita (dubbi verificati veri personalmente in diversi colloqui con i soggetti).
Peraltro, conoscendo Fausto Pennestrì da oltre 30 anni ed avendo una pluri-decennale esperienza nel’analisi dei bilanci FITARCO,  mi pareva parecchio strano che qualcuno potesse dubitare delle informazioni fornitemi dallo stesso dietro domande precise  o che lo stesso potesse ritrattare le stesse con leggerezza.
Le accuse erano quindi talmente strampalate da scatenare la mia curiosità di capire quale fosse il vero problema,  al di là del naturale (?) desiderio di rappresaglia della FITARCO nei miei confronti.

Avvalendomi quindi delle garanzie comunque fornitemi dalla Affiliazione alla FITARCO e dal  Regolamento di Giustizia della stessa,  ho richiesto formalmente alla Segreteria FITARCO tutta la documentazione inerente al caso,  inclusi ovviamente i Bilanci 2008 e 2009, la copia della denuncia di Penenstrì e  lo stralcio del  verbale del Consiglio Federale con l’approvazione all'unanimità del mio deferimento.
Ho dovuto andare di persona a Roma a ritirare i documenti  richiesti,  approfittando nell’occasione per verificare con il Segretario Generale le mie stime sulla consistenza numerica de personale CONI distaccato in FITARCO nei vari anni oggetto della mia indagine.  Occorre infatti ricordare che il personal e FITARCO è in parte dipendente ed in parte distaccato dal CONI e da questo retribuito direttamente. Un confronto budgetario tra bilanci di anni diversi non può quindi prescindere dall’ assegnazione di un valore di riferimento al  personale “gratuito” in carica nell’anno.

Qualche giorno di analisi sui documenti, con la collaborazione di un revisore contabile,  poi ho inviato al procuratore  la mia lettera di controdeduzioni che potete leggere qui, accompagnata dalla tabellina comparativa di bilanci 2003 (ultimo consegnato alle società) e di quelli 2008 e 2009 che invece potete trovare qui.
Lasciandovi al piacere della lettura dei due documenti,  vi giuro che sono rimasto letteralmente sconvolto da quanto emerso dall’analisi del Bilancio 2009.

Avevo chiesto a Penenstrì: “mi ricordo che il bilancio 2003 di quando c’ero ancora io in Consiglio federale era di circa 3,5 milioni, ora sarà ben sopra i quattro ?
La risposta era stata: “ E, no, sono più di 5 .. perché  Scarzella è bravo a chiedere contributi al CONI… “
Il bilancio 2009 completo in mio possesso mostra un complessivo di  5 Milioni  circa cui vanno aggiunti circa 300 Mila euro di valorizzazione del personale CONI in uso gratuito nell’anno.  Circa 5,3 Milioni di Euro complessivi a disposizione, perfettamente in linea con l’informazione fornitami da Pennestrì, contro i 3,5 milioni circa del bilancio 2003.

Ma i 2,7 Milioni che ritenevo semplicemente “spesi male non si sa dove” per ben oltre 1,8 Milioni di Euro erano lì, in  bella vista ul bilancio, nelle due voci Riserve e Rimanenze dello stato patrimoniale.
Ebbene sì, la nostra Federazione, che piange continuamente miseria con i Comitati Regionali, che due anni fa ha aumentato la tassa gare e tagliati i contributi  arbitrali alle società, che stanzia nel 2010 solo 50 Mila Euro per contributi all’impiantistica  dopo anni di assenza degli stessi e che non manda le squadre complete alle trasferte di Coppa del Mondo perché non ha fondi,  aveva riserve liquide a fine 2009 per oltre 1,8 milioni di Euro che abbondantemente spiegavano il mistero dei 2,7 Milioni.

Oltre 40 Mila Euro di interessi attivi dalla banche sottolineano a bilancio l’esistenza di fondi  di riserva di importo spropositato che portano ovviamente a farsi la domanda : accantonati  per che cosa? Ma questa, è un’altra storia.

Intanto, il Procuratore Federale , ricevute le mie controdeduzioni, all’apparenza senza neppure leggerle approfonditamente, ha trasferito il tutto alla Commissione di Giustizia FITARCO con la lettera che potete leggere qui .

Venerdì  22 Ottobre 2010 alle ore 10:00 presso la FITARCO avrà luogo la prima udienza presso la Commissione di Giustizia. L’udienza è pubblica  ed i curiosi sono i benvenuti . 

Per tutti gli altri, alla prossima puntata!




giovedì 14 ottobre 2010

Deferito! /1

E’ un po’ che tutti mi chiedono per cosa sono stato “Deferito”.

Da quando nell’estratto del verbale del Consiglio Federale FITARCO pubblicato su Arcieri Nr. 3 – 2010 è comparsa la notizia che ero stato “deferito “ agli organi di Giustizia FITARCO, sono stati molti quelli che mi hanno chiesto cosa fosse successo e il perché del deferimento.
A chi me lo chiedeva, ho tranquillamente risposto, senza altri commenti, di andare a leggere o rileggere il mio articolo su Arcosfera “Tre Numeri Magici”  dove parlavo delle notevoli risorse finanziarie della FITARCO, ineguagliate al mondo e di come queste non producessero neppure lontanamente i risultati che ci si poteva aspettare in campo Olimpico,  a causa principalmente del fatto che solo una minima percentuale del bilancio veniva alla fine veramente dedicata al settore specifico.  Un articolo fortemente critico dell’attuale gestione FITARCO,  che da sommarie  informazioni riferite verbalmente mi aveva portato a pormi delle domande sui criteri e destinazione di spesa di una notevole parte delle disponibilità 2009 FITARCO.

Ma oggi, con anche il numero 5 di Arcieri 2010 che pubblica una parte del Bilancio Fitarco 2009 e l’udienza davanti alla Commissione di Giustizia alle porte,  non mi sembra  giusto lasciare cadere l’occasione di consentire a tutti un approfondimento maggiore sia dell’argomento stesso che  del funzionamento pratico della Giustizia Federale, magari dopo una rilettura del mio articolo  “Una giustizia da Riformare”  

Considerando lo sfasamento temporale  tra l’articolo su  Arcosfera (Marzo),  la lettera del Procuratore Federale che mi annunciava il deferimento (fine Aprile),  la  mia risposta alla stessa  (Maggio), il deferimento effettivo alla Commissione di Giustizia (Agosto) ,   la comunicazione di fissazione dell’udienza  (Settembre) e la data dell’udienza stessa, 22 Ottobre 2010 a Roma,  i tempi, viste le usuali lentezze della giustizia FITARCO, sono stati incommensurabilmente brevi, segno evidente dell’attenzione speciale che la struttura FITARCO ha dedicato all’argomento.

Vedrò quindi io pure di recuperare il tempo trascorso, mettendo a disposizione dei lettori tutta la documentazione necessaria a seguire la vicenda in tempo quasi reale, cominciando con il testo integrale della lettera del Procuratore Federale datata 23 Aprile che mi annunciava l’apertura delle indagini ma anche la loro chiusura per mia manifesta “colpevolezza”

Buona lettura!

lunedì 11 ottobre 2010

Una faccenda di famiglia

Durante i campionati Italiani targa di Alessandria improvvisamente sono stato colpito da una visione:
Il tiro con l’arco italiano era formato, gestito e partecipato da famiglie, non da società.
Eravamo durante gli scontri a squadre miste e i fratelli Giorgio e Anna Botto tornavano dal recupero frecce , seguiti dai fratelli Carla e Michele Frangilli contro i quali si stavano scontrando.
Sul campo a lato, i fratelli Massimiliano  e Claudia Mandia  facevano lo stesso negli scontri Juniores. Tre coppie di fratelli, non tre Società.
Immediatamente, il pensiero è corso anche alla famiglia Matteucci, due terzi della squadra  OL SF sul podio, ma poi anche alla famiglia Mento, alla famiglia Tonelli e ovviamente anche alla Famiglia Scarzella, più a tante altre del passato e del presente.
Atleti, Dirigenti, Arbitri, Istruttori. Innumerevoli sono le famiglie nel panorama del tiro con l’arco Italiano che costituisco l’ossatura spesso in contemporanea tecnica ed organizzativa della propria società . Qualche volta, le famiglie arcieristiche  hanno la possibilità di crescere in un terreno fertile e ricettivo, e trascinano con sé chi le segue  spesso anche a raggiungere obiettivi inaspettati. Era già così nel 1973, quando mi tesserai per la prima volta alla FITARCO. La famiglia Oddo controllava non solo l’ABA di Milano, ma la stessa FITARCO e pure la stessa FITA, che allora proprio a Milano aveva sede, con Francesco Gnecchi Presidente e Beppe Cinnirella Segretario Generale; di riflesso, l’ABA costituiva l’ossatura del neonato settore tecnico FITARCO, forniva il direttore tecnico Nazionale, il compianto Renato Doni e prima ancora aveva visto i fratelli Oddo gareggiare maglia azzurra. Ma era il 1973, quasi quarant’anni fa …
Le cose cambiano, nel mondo, ma sembra che nel tiro con l’arco, non solo italiano, le famiglie continuino ad essere l’ossatura portante del movimento.
Dove la famiglia partecipa, cresce, passa la palla alle generazioni successive, la società di riferimento fa lo stesso. Dove i figli abbandonano ed nipoti non vengono iniziati al nostro sport , la famiglia perde con gli anni la spinta propulsiva e la società di riferimento lentamente collassa.
Potrei citare decine di famiglie che hanno costituito l’ossatura di altrettante società o adirittura squadre nazionali  e che sono ora scomparse dall’arcosfera o collassate ai minimi termini a causa del semplice invecchiamento dei fondatori e propulsori e dell’assenza di ricambio generazionale.
In altri paesi, piccoli e grandi, le situazioni sono molto simili. Che dire della famiglia Trafford, sei membri in gara nella squadra USA ai mondiali di Campagna 2008, cinque a quelli 2010?
La Famiglia Traffort ai Mondiali 2010
O dei fratelli Dola e Rahul Banerjee., colonne portanti della squadra Indiana Femminile e Maschile OL? E che dire di  babbo Dee Wilde con i figli Logan e Reo?
Più ci penso e più altri nomi si affacciano alla memoria, inutile a questo punto continuare ad elencarli.
Bene, prendiamone atto e facciamocene una ragione. Il nostro è uno sport di Famiglia, anzi, di Famiglie, a tutti i livelli, tecnico agonistico e dirigenziale compresi.
Alla base, nei club, lo sappiamo bene. Chi non ha nel proprio club quote speciali “Famigliari” per non gravare troppo sui bilanci delle famiglie con diversi membri iscritti?
Perchè non riconoscere quindi questa situazione di fatto e dare alle famiglie che costituiscono l’ossatura del tiro con l’arco nazionale un minimo di riconoscimento? Un campionato per famiglie? Una quota di iscrizione famigliare alla FITARCO? Una riconoscimento specifico? Basta un po’ di fantasia e qualcosa si può certo inventare. Intanto, l’unico “riconoscimento” pratico alle famiglie da parte  FITARCO è stata  la riduzione delle copie della rivista ARCIERI inviate allo stesso indirizzo, pur in presenza di quote di tesseramento uguali per tutti i membri della singola famiglia.

Il tiro con l’arco è decisamente una faccenda di famiglia, vediamo di fare qualcosa!

Post scriptum:
Finale Coppa del Mondo di Edimburgo 2010, partecipanti Italiani:
  • Marco Galiazzo – accompagnato da suo padre come tecnico personale
  • Michele Frangilli – accompagnato da suo padre come tecnico personale
  • Sergio Pagni – accompagnato da suo padre come tecnico personale