giovedì 15 luglio 2010

Siate cattivi con voi stessi!

Piove a dirotto, e il 900 round deve ancora iniziare. Scarichiamo tenda, archi e ammennicoli vari sotto la pioggia battente. Non siamo certo entusiasti, la giornata si prennauncia dura e bagnata, ma la regola è che quando ci si iscrive ad una gara, poi si partecipa, non importa come è il tempo.
Incrociamo il Campione che è al momento  allenatore della nazionale giovanile di tiro con l’arco. Si rivolge ai due ragazzi con me, che sono nei gruppi nazionali,  e dice loro: “ non importa che tempo fa, se volete diventare campioni dovete imparare ad essere cattivi con voi stessi”.
È una grande frase, che mi rimane da sempre nella mente , e da allora è rimasta nella mente anche di uno dei due giovani, mio figlio Michele.
L’anno è il 1991, uno dei due giovani è Michele Frangilli , il Campione è il grandissimo Giancarlo Ferrari.
La gara finisce con Michele, ancora Allievo,  primo assoluto a 824, ed il sottoscritto primo Senior a 800 giusti, dentro ad una bufera di acqua e vento ai 40 metri e con il 50% di ritirati dalla gara stessa.

L’episodio mi è tornato alla mente recentemente, sentendo quanto si lamentano i cosiddetti giovani atleti dei nostri giorni, in particolare del giovanile, quando sentono parlare di dover affrontare dei FITA o addirittura dei doppi FITA , magari sotto l’acqua o con il caldo. Si lamentano loro, si lamentano per loro genitori e tecnici, e le gare quindi, se piove o fa troppo caldo, vanno semi deserte.
Non parliamo poi del dover tirare “troppo”…
La mia vecchia regola come allenatore, che suona più o meno “un FITA al giorno toglie i 1300 di torno”, sembra una eresia ai giovani arcieri ed ai loro apprensivi protettori.
Sento parlare di cicli di carico e di scarico, di programmazione dell’allenamento e di non tirare il giorno prima della gara in particolare sempre e soltanto da persone che avrebbero bisogno di tirare non solo il giorno prima della gara, ma anche la notte prima, se fosse possibile, tanto poco tirano abitualmente.
Tirano 60 frecce al giorno magari tre sole volte a settimana , ma ambiscono al posto nella squadra regionale, o addirittura nelle squadre nazionali, e nessuno ha il coraggio di dire loro quell’unica frase frase che veramente loro serve: “se non siete cattivi con voi stessi, non diventerete mai campioni”
Grazie Giancarlo, per quella frase di tanti anni fa!


martedì 6 luglio 2010

La corazzata Potemkin

Domenica 4 Luglio Campionato Targa Regione Lombardia sullo splendido campo degli arcieri San Bernardo a Milano.  42 paglioni, 160 partecipanti, 70 mt Round più Olympic Round per Senior e Master. Temperatura oltre i 35 gradi, quasi totale assenza di vento e gara che scorre perfettamente fino alla fine delle 72 frecce. Poi, complice il regolamento del campionato poco chiaro sulla partecipazione degli Juniores (solo a completamento delle squadre ) e qualche bug del programma delle classifiche che impediva di toglierli, una oretta di ritardo per la classifica e la premiazione.
Nulla comunque di particolare, cose che capitano nel tiro con l’arco da sempre.
Poi, l’Olympic Round a partire dai 16esimi.
Anche qui, nulla di particolare: il set system è stato applicato correttamente con i suoi tempi notevoli, e ci sono volute circa quattro ore per arrivare alla fine , pur tirando sempre tutti gli scontri insieme. Nulla di particolare, ovvero tutto quello a cui siamo da sempre ormai tristemente abituati, ovvero:

  • Quelli che se ne sono andati addirittura prima degli scontri, lasciando buchi nella griglia
  • Quelli che se ne andavano man mano che erano eliminati
  • Organizzatori, Arbitri e Partecipanti rimasti che si trascinavano disperati sotto il sole cocente tra uno scontro e l’altro e una spareggio e l’altro, non vedendo l’ora che tutto finisse
  • Qualche curioso venuto a vedere cosa fosse questa gara e che se ne è subito andato.
  • Il campo desolatamente deserto alla fine, con solo i quattro finalisti per classe e i loro forzati accompagnatori
  • La premiazione con i soli addetti ai lavori ed i premiati dell’OR (stranamente almeno loro tutti presenti, cosa che succede di rado)

Il mitico Fantozzi nel suo primo film (e libro), forzato a partecipare a terrificanti riunioni di Cineforum dove veniva continuamente riproposto il famoso film muto e in Bianco e Nero di Eisenstain La Corazzata Potemkin, che veniva esaltato continuamente come capolavoro della cinematografia mondiale, alla millesima replica ha il coraggio finalmente di alzarsi in piedi e dire a voce alta quello che tutti  i presenti pensano ma non osano dire:
“Questo film è una boiata pazzesca !!!” urla a squarciagola, ed è sommerso dagli applausi degli altri forzati del cineforum !

Domenica, con tutti i presenti indistintamente che si lamentavano della interminabile e totalmente inutile gara a scontri diretti, di nessun interesse persino per i partecipanti stessi finalisti, a un certo punto mi sono immedesimato nella parte dell’immortale Fantozzi all’ennesima inutile replica di un inutile film in bianco e nero senza nessuna possibilità di generare interesse presso nessuno, e citandolo direttamente sono sbottato nella frase” Questa gara è una boiata pazzesca!!!”

Già, lo pensano tutti, ma pochi hanno il coraggio di dirlo. Queste assurde gare a scontri diretti, inventate per la TV, vanno bene, forse, solo a livello di Olimpiadi. Non attirano pubblico, non sono mai eque rispetto alla gara che tutti pensano vera, quella di qualificazione,  non vengono recepite in alcun modo dagli arcieri della domenica e non attraggono, anzi allontanano i potenziali nuovi arcieri.  Michele, in finale con un cinese sulla spiaggia di Antalya il mese scorso, con maxi schermo, tribunette piccole ma mezze vuote e uno speaker che in americano puro  raccontava i tiri a un pubblico inesistente, mi ha detto di aver provato tristezza per l’inutilità dell’insieme.

Possibile che nessuno abbia il coraggio di affrontare una volta per tutti a livello internazionale il problema di proporre agli arcieri gare che gli arcieri possano praticare e gradire, e non tentare obbligare gli amatori di tutto il mondo a praticare quella “Corazzata Potiomkin” che è ormai, definitivamente e senza speranze, l’Olympic Round ?