venerdì 12 febbraio 2010

Ancora a Riccione

Riccione d’inverno non è un gran bel posto… fa freddo come ovunque, qualche volta nevica pure come ovunque.
Ma a Riccione si deve andare quasi tutti gli anni, tra Gennaio e Marzo, per partecipare alla annuale assemblea FITARCO.
Mi hanno chiesto in molti ormai che ci si vada a fare alle assemblee nazionali FITARCO all’interno del quadriennio olimpico. Almeno, quella di inizio quadriennio da l’illusione di poter votare per eleggere i propri rappresentanti. Le altre, neppure quello.

La democrazia assembleare in FITARCO è in pratica morta una decina di anni fa, con le ultime “vere “ assemblee della battaglia contro le stravolgenti norme statutarie proposte dalla gestione che allora portò addirittura ad un commissariamento della nostra Federazione. La battaglia fu vinta, ma la Federazione fu persa, sembra ormai definitivamente.
Ho partecipato ininterrottamente alle assemblee FITARCO dal 1974. Tra ordinarie e straordinarie, ben oltre quaranta assemblee. Neve, passi appenninici bloccati, luoghi improbabili. Ci sono sempre stato, nel rispetto della teoria che dice che ognuno di noi ha la sua parte anche piccola di responsabilità in una democrazia, e che questa si esprime attraverso il voto.
Ma lentamente, anno dopo anno, il livello di partecipazione democratica prima teorico, poi possibile ed ora reale è diventato sempre più limitato.

C’eravate due assemblee fa quando addirittura il Presidente dell’Assemblea mi negò la parola regolarmente richiesta per un intervento con il quale volevo soltanto aiutare la formulazione di una proposta del Presidente FITARCO a suo sostegno?
Sono stato personaggio scomodo di molte assemblee, ma sono sempre intervenuto per costruire una FITARCO migliore, magari a dispetto dei manovratori del momento e delle loro spesso molto limitate visioni. Ho visto il nostro statuto stravolto molteplici volte per interessi di parte, martoriato da idiozie assurde imposte dall’ufficio legale del CONI a dispetto della logica, del codice civile e spesso anche della lingua italiana. Ho sempre segnalato o cercato di segnalare le cose che non stavano in piedi, che non avevano nulla a che fare con il nostro mondo, con l’arcosfera.

Bene, questa volta stavo per arrendermi. Lunedì mattina 15 febbraio 2010 parto con Michele per Las Vegas, e la rilettura dello Statuto e delle modifiche allo stesso oggetto dell’assemblea di del 14 febbraio mi aveva gettato nello sconforto. Onestamente, l’insieme delle norme lette organicamente non ha più nulla che fare con quella Federazione cui avevo chiesto l’iscrizione la prima volta nel 1973.
Tralasciando la lingua italiana, vilipesa nel testo un po’ ovunque da frasi di plurimo significato, errate o addirittura contrastanti tra di loro e qualche volta anche grammaticalmente sbagliate, leggo un testo dove le Compagnie, pardon, le Associazioni non possono più eleggere i propri rappresentanti periferici, non possono più eleggere e formare i propri giudici, non possono più votare le proprie norme di gestione, ma solo “approvarle”, devono esplicitamente richiedere il bilancio della federazione per poterlo esaminare e si possono trovare amministrate a livello centrale da persone elette da terzi. E se qualcosa accade, i Giudici sono Magistrati inamovibili in eterno e meglio se non tesserati alla federazione. Per ultimo, ma la norma e’ ormai assente da anni, le Associazioni non possono più presentare emendamenti allo Statuto se non come emendamenti agli emendamenti presentati dal Consiglio Federale, e forse neppure a quelli, in realtà, perché le norme per l’ordine del giorno delle assemblee non risono neppure quelle più da tempo immemore.
Francamente, un testo complessivo che ormai nessun arciere senza una laurea in gurisprundenza e una decina di anni di esperienza specifica riesce neppure a comprendere in tutte le sue contorte eccezioni. Se ad esso uniamo poi l’insieme dei regolamenti FITARCO ufficiali e non, l’intera materia diviene simile alla legislazione fiscale Italiana. Talmente astrusa da essere inapplicabile o elusa in massima parte.

Ho riflettuto, e ho pensato che un ultimo tentativo non cambierà nulla nella mia esistenza; ho deciso quindi che sarò a Riccione ancora questa volta, e ancora una volta chiederò la parola ogni volta che riterrò di poter dare un contributo alla discussione o alla comprensione delle norme in votazione.
Ma chiederò anche specificamente la parola per un sola mozione personale.
Chiederò che l’Assemblea voti un invito formale al Presidente , al Consiglio Federale e alla Consulta delle Regioni per l’istituzione di una Commissione Costituente che riscriva lo Statuto da zero in un ottica di maggiore comprensibilità e maggiore aderenza dello stesso al mondo del tiro con l’arco, al nostro mondo, all’arcosfera tutta.
Curioso di vedere come la mozione sarà accolta da una Assemblea che da quasi un decennio di Statuto con la S maiuscola non si occupa più.

Poi, magari, nel 2011 sarò ancora a Riccione. O forse non più.

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