giovedì 28 gennaio 2010

Adesivizziamoci

Be', non volevo che l'ottimo lavoro di Carla nel disegnare il nuovo logo di Arcosfera rimanesse isolato nell'etereo mondo del web, e ho pensato che meritasse anche un riscontro nel mondo reale.
Ecco quindi che è nato l'adesivo di Arcosfera, esattamente quello del logo, da appiccicare dove vi  pare... In bacheca in società, sulla valigia dell'arco, sul vetro dell'auto... ovunque l'Arcosfera abbia una sua concreta esistenza...

L'adesivo sarà ampiamente disponibile per tutti ai Campionati Italiani Indoor di Padova.
Chissà, magari adesivizzando qua e così diffondendo l'indirizzo web di Arcosfera,  l'Arcosfera reale può trarre dei benefici  insperati.
Una piccola goccia nell'Ecosistema qualche volta magari muove le montagne quindi, adesivizziamoci !

martedì 26 gennaio 2010

Ecosistema /4

Gli esempi di piccole modifiche all’Ecosistema FITARCO che hanno condotto a grandi cambiamenti sono innumerevoli, come detto, ma quella veramente sconvolgente e che ha generato il rinascimento tecnico della FITARCO furono le norme di trasparenza nella selezione delle squadre Nazionali, introdotte sotto la presidenza Mattielli (io ero Vice Presidente Vicario e Aldo Andriolo era l’altro Vicepresidente) nel 93 dopo la delusione delle Olimpiadi di Barcellona.

Fino ad allora, e per oltre un decennio, i membri delle squadre nazionali erano decisi a tavolino, ed erano quasi sempre gli stessi, da lustri. Con l’arrivo di Vicktor Sidoruk come allenatore, si pose il problema di interfacciare il suo lavoro con quello indipendente delle società a degli allora negletti tecnici personali. Il vecchio sistema fu spazzato via, e le norme di accesso ai gruppi nazionali divennero:

a) pubbliche
b) note prima
c) non limitate dall’età
d) determinate solo dai punteggi della stagione precedente
e) interdisciplinari (i nazionali targa e campagna intercambiabili allo stesso livello)

Anche le borse di studio agli atleti vennero regolamentate in relazione esclusivamente ai risultati, con un minimo che veniva assegnato agli arcieri top che raggiungevano i 1310 punti e con integrazioni correlate alle situazioni famigliari e di lavoro specifiche, e furono introdotti significativi premi in denaro per i piazzamenti internazionali.
Inoltre, si stabilì che tutte le squadre che partecipavano agli eventi dovessero essere formate tramite selezioni pubbliche, con solo un minimo di discrezionalità da parte dei tecnici. Uniche eccezioni, i Campionati del mondo Targa di qualificazione Olimpica e le Olimpiadi stesse, dove la formazione della squadra era delegata al 100% ai tecnici, che si giocavano il rinnovo di contratto sull’unico risultato che contasse nel quadriennio.
I risultati sono noti a tutti, e costruiscono l’imponente palmares della FITARCO del decennio successivo.

Ma ad iniziare dal quadriennio scorso, l’Ecosistema di formazione delle squadre nazionali ha iniziato a subire piccole modifiche, e dopo qualche anno i risultai hanno cominciato mostrare gli effetti negativi delle piccole modifiche.
Cosa è radicalmente cambiato?

Non si entra più nei gruppi senior solo per punteggio, ma anche per “adesione” (al famoso centro Federale), con la conseguenza che spesso fuori dai gruppi ci sono atleti con risultati superiori a quelli nei gruppi, ma che non vengono considerati.

I gruppi sono a numero chiuso, con la conseguenza che, avendoli riempiti di “aderenti al centro” , non accolgono più molti atleti anche di risulti notevoli.

Non si conoscono le norme di qualificazione ai gruppi quasi fino alla data di scadenza delle stesse, ovvero i livelli vengono stabiliti a posteriori.

Le gare di selezione senior sono sempre svolte a porte chiuse durante i raduni e tra i soli appartenenti ai gruppi, con enorme vantaggio per quelli che si allenano nel centro federale rispetto ai pochi che vi soggiornano per l’occasione, generando risultati che poco hanno a che fare con quelli poi ottenibili veramente dagli stessi atleti in gare reali.

Con l’avvento dei Gruppi Sportivi Militari, il livello della retribuzione degli atleti di vertice si è appiattito, indipendentemente dai risultati conseguiti, e non esiste più da anni un riferimento di punteggio per ottenere una borsa di studio, per coloro che nei gruppi non ci sono ancora.

I gruppi Targa e Campagna sono poi stati resi impermeabili l’un l’altro, bloccando l’interscambio tra le specialità.

I premi di piazzamento sono ridotti a cifre ridicole,  tipo 800 Euro per vincere un Mondiale Indoor quando in gare tipo Nimes gli 800 Euro li supera il terzo classificato... o 1500 Euro per batter i Coreani a casa loro, con questi che hanno un appartamento come premio gara...

Per finire, i Tecnici Personali sono stati nuovamente esclusi da qualsiasi partecipazione alla programmazione tecnica della stagione, facendoli ritornare in situazione di conflitto con i tecnici nazionali.

Una modifica oggi, una domani, ed il sistema odierno è ormai semplicemente lo stesso degli anni 80 con solo minime variazioni. E i risultati, ad anni dalle modifiche, hanno iniziato a diminuire in numero e livello, come certificato dalle stesse statistiche FITARCO.
L’ecosistema Fitarco è complesso e molto delicato. Un altro piccolo cambio regolamentare oggi, e tra sette anni ci troveremo senza nuovi Nazionali Arco Olimpico, o senza un livello di competitività adeguato degli stessi. Occorrono sette anni per formare un atleta olimpico di alto livello, dai 10 anni ai 17, e l’Ecosistema in cui la formazione ha luogo è importantissimo per ottenere il risultato sperato.

Attenzione, quindi alle modifiche nell’Ecosistema! Chi le decide oggi sarà probabilmente ancora a gestire le conseguenze della sua decisione quando questa darà i suoi risultati finali, ed allora srà troppo tardi per correggere l’Ecosistema, pardon, per correggere l’Arcosfera!

mercoledì 20 gennaio 2010

Arcieri nel pollaio

Sono stato qualche giorno fa a visitare il Centro Federale di Cantalupa dopo la riapertura per la sosta di ristrutturazione, e ho visto i nostri azzurri tirare nell’ormai famoso “POLLAIO”…. e non vorrei vederli là dentro mai più.

Per chi non conosce il centro di Cantalupa se non per le poche informazioni e foto comparse sulla rivista Arcieri, vale ricordare che è nato come centro polisportivo finanziato principalmente dalla Regione Piemonte, comprendente nella sua versione finale una pista di atletica, una struttura al chiuso di allenamento per l’atletica, la struttura chiusa per il tiro con l’arco, un campo di tiro con l’arco dedicato e un campo da pallone. Inoltre, sono pianificate delle foresterie per il soggiorno degli atleti in allenamento.
Il tutto è già stato realizzato, ad eccezione delle foresterie, e “passato” alle Federazioni per uso e gestione. Gli atleti che soggiornano a Cantalupa devono quindi ancora utilizzare l’unico albergo del paesino, un tre stelle comunque di buon livello, ma a un paio di km dal centro sportivo.
La FITARCO si è quindi trovata omaggiata a metà 2008 della struttura per il tiro al chiuso a 70 mt che aveva sempre sognato, accompagnata da spogliatoio, servizi, palestra pesi, ufficio e magazzino e pure con campo di tiro all’aperto adiacente. Un sogno diventato realtà, e inoltre gratis.







Ma tra i sogni e la realtà il passo è spesso molto più lungo di quanto ci si possa attendere.

A consegna avvenuta, è risultato evidente che la struttura chiusa e il campo da tiro erano stati progettati e realizzati in modo a dir poco approssimativo e senza tenere assolutamente conto di un qualsiasi criterio di progettazione strutturale e di destinazione d’uso.
La struttura chiusa è stata realizzata infatti in muratura solo per la parte uffici e servizi, ma la parte per il tiro al chiuso a 70 mt è un semplice “pallone” di 80 mt per 30mt circa attaccata alla stessa.
Il tutto, realizzato su di un terrapieno di terra di riporto non stabilizzato.
Risultato, alle prime piogge primaverili del 2008, il terrapieno in parte frana e in parte si abbassa e nelle parti in muratura si aprono vistosissime crepe.


Primo intervento: barre di ferro imbullonate alle pareti e interventi strutturali per riconsolidare il terreno per evitare il crollo della struttura, e rifacimento della e recinzioni esterne parzialmente franate con il terrapieno con pali in profondità
Dicembre 2008. I pallone, così come lo chiamerò d’ora in poi, ospita una gara di calendario a 18 mt. con la partecipazione di quasi tutti i nazionali in raduno a Cantalupa Ma fuori fa freddo, perché siamo in alta collina in pieno inverno e dentro… fa ancora più freddo.
Il buontempone progettista del pallone aveva infatti immaginato un riscaldamento parziale nel pavimento per la sola area dove gli atleti avrebbero dovuto tirare in direzione dei 70 mt, non un riscaldamento di tutta la struttura per tutta la sua lunghezza. In una struttura di quella volumetria, il riscaldamento a pavimento dei primi 10 mt dall’ingresso può magari elevare la temperatura rispetto a quella esterna di un mezzo grado centigrado, ma solo in quella zona ….
Detto fatto, per riscaldare gli atleti in attesa dietro la linea ti tiro perpendicolare all’ingresso viene posizionata una fila di lampade a infrarossi di quelle utilizzate per riscaldare i …pollai.
Gli arcieri in gara tirano quindi con alle spalle queste lampade, ma recuperano le frecce ai paglioni temperature molto inferiori, diciamo a meno di 7 gradi .



Però il problema vero è che piove…
Piove al chiuso perché la condensa interna gela in alto raggiungendo il telone e ritorna sotto forma di acqua sul pavimento, che diventa pieno di numerose pozzanghere anche di grandi dimensioni.



La seconda e ultima gara nella struttura così attrezzata è poi il Campionato indoor Piemonte del 2009. Temperature appena sopra lo zero nel pallone e aree di pavimento allagate convincono finalmente che la struttura chiusa non è adatta al tiro al chiuso a 18 mt, ma evidentemente non e’ adatta neppure al tiro al chiuso a 70 mt invernale perché la temperatura interna in inverno è tendenzialmente uguale o più bassa di quella esterna. Va bene per il tiro al chiuso a 70 mt primaverile o estivo… soltanto, e gli atleti nazionali si radunano a Centro di Cantalupa nell’inverno 2008/2009 allenandosi nella piccola palestrina comunale in centro paese in spazi limitatissimi. Le strutture FITARCO , in realtà, non vengono più usato fino a primavera quando si può tirare sul campo all’aperto che comunque, senza drenaggio, tende ad allagarsi sempre alle prime piogge.



Ecco allora la soluzione per l’inverno 2009/2010.
Viene costruita una struttura prefabbricata interna al pallone ed adiacente a quella in muratura, per consentire agli atleti di tirare verso i 70 mt attraverso finestre nella stessa, ma con la speranza di conservare il calore del teorico impianto di riscaldamento a pavimento presente nell’area ora chiusa. all’interno del prefabbricato.


Ma il riscaldamento a pavimento non funziona più, se mai ha funzionato, probabilmente vittima degli assestamenti del terreno sottostante.
E allora si recuperano le famose lampade a infrarossi e se ne mettono due file dentro il prefabbricato che sta dentro il pallone, per riscaldare i tiratori.
Ma nessuno ha pensato che in realtà durante l’inverno l’attività principale di allenamento si svolge a 18 mt… e i 18 mt chiusi e riscaldati ci sono nella struttura prefabbricata, ma solo trasversalmente, considerando che la struttura è di circa 25 mt x 9 per 2,50 di altezza .
Allora si mettono 5 paglioni (di più non ci stanno) su di un lato, e la si usa in senso trasversale.



Risultato pratico: i 15 atleti in raduno se tirano contemporaneamente in allenamento a 18 mt al caldo (attenzione, la struttura chiusa ha bisogno di circa un ‘ora di accensione del riscaldamento al chiuso per raggiunge una temperatura interna accettabile) hanno 60 cm a testa di linea di tiro, ovvero la peggiore condizione di allenamento nella peggiore struttura possibile cui siano mai stati costretti ad adattarsi durante i raduni di sempre. Completamente assurdo, se non addirittura negativo per l’allenamento stesso e per la ricerca della migliore forma di tiro.



Gli atleti e i tecnici in raduno a Cantalupa chiamano la struttura in cui sono costretti a tirare “il POLLAIO”, per ovvie ragioni. Si chiedono tutti, ed io con loro, come faranno 24 atleti a fare una gara di selezione per gli Europei dentro al POLLAIO la prima settimana di febbraio, con magari un atleta in carrozzina tra di loro. Ma sembra che la negazione dell’evidenza sia ormai una prerogativa fondamentale della FITARCO di oggi.

E’ evidente che il sogno non è ancora realtà, e che quella struttura NON e’ adatta agli allenamenti invernali delle squadre Nazionali. Qualsiasi palestra di società è un ambiente sicuramente migliore per allenarsi con più profitto, come meglio erano tutti i luoghi utilizzati negli anni per gli allenamenti invernali della nazionale, per non citare il bellissimo centro sportivo di Rovereto o la migliore struttura di cui i nostri atleti abbiano fino ad ora usufruito, il centro sportivo di Divignano /Varallo Pombia, ora usato solo per gli atleti nazionali disabili ex CIP e rimpianto da tutti.
Qualsiasi posto per allenarsi è meglio del POLLAIO ed è inutile far finta che non sia così.
Si vuole veramente mantenere Cantalupa come centro (parola inappropriata, visto che sta all’estremo nord ovest dell’Italia) per i raduni nazionali ?
Bè, che la FITARCO si faccia finalmente un bel mutuo e sostituisca il pallone con una struttura vera in muratura con riscaldamento vero per dare ai nostri azzurri un luogo di allenamento al chiuso a livello di quello delle altre nazioni.
Ma smettiamo di dire che la struttura c’è già e di costringere atleti, tecnici e tutto il mondo dirigenziale FITARCO a far finta che quella che c’è sia utilizzabile, a dispetto dell’evidenza.

Togliamo gli arcieri dal pollaio!

giovedì 14 gennaio 2010

Ecosistema /3

Lasciando per un attimo gli aspetti tecnici dell'ecosistema, che dire poi delle modifiche Statutarie che hanno radicalmente mutato le interazioni tra Società e Federazione e quindi l'intero ecosistema politico Fitarco?
La maggiore alterazione dell’ecosistema in questo senso è stata senza dubbio la creazione della struttura periferica, ovvero dei Comitato Regionali.
Fu ancora il Presidente Pagotto che decise di creare dal nulla, e di fatto in alcune Regioni nell’assoluto nulla, una intera Organizzazione Periferica che venne fatta esistere dalla sera alla mattina. L’intervento era stato ideato per “presidiare il territorio” e per dimostrare al Coni la nostra avvenuta crescita periferica. Ma nello sviluppo successivo, i Comitati Regionali si dimostrarono non solo terrificanti assorbitori di risorse finanziarie, ma anche perfetti organismi di controllo politico del territorio. L’ecosistema, che prima vedeva le Società interagire direttamente con la Federazione e sentirsi veramente parte della stessa aveva ora una rete intermedia di riferimento e filtro bidirezionale, strettamene controllata dal centro, che consentiva di gestire il flusso della informazione verso la periferia e filtrare e smorzare le reazioni della periferia verso il centro; a oggi, la rete di controllo gestita dai funzionari periferici Fitarco (quali sono i Presidenti Regionali) svolge egregiamente il proprio compito di controllo, ma di contro si è trasformata in un sistema barriera chiuso, dove il reale collegamento tra centro e periferia manca quasi completamente, con l’indesiderato riflesso del calo di partecipazione dirigenziale volontaristica in genere a tutti i livelli, ormai drammatico in alcune zone . Se non conto e non sono tenuto a sapere, si dicono i dirigenti e i tecnici di periferia, perché dare il mio tempo gratis per la Federazione?

L’effetto pratico è il congelamento nelle cariche dei Presidente Regionali, che in alcuni casi occupano la carica da oltre un decennio, e il canale preferenziale che gli stessi Presidenti Regionali ottengono per l’elezione in Consiglio Federale, quali uniche persone note sia al centro che alla periferia. In Consiglio Federale al momento siedono tre ex Presidenti di Comitato Regionale, una segretaria di Comito Regionale e almeno quattro altre persone che i loro Comitati Regionali li controllano indirettamente da anni e anni. Ricambio dirigenziale al vertice? Nel sistema attuale può avvenire solo per tramite di una lunga militanza di allineamento totale in periferia, con la sede centrale che ha tutti i mezzi per controllare e fare pressioni sulla periferia proprio per mezzo della qualifica di Funzionari delegati attribuita ai Presidenti Regionali che, ricordo, vengono in teoria eletti dalle società, ma in pratica rappresentano la sede centrale verso la periferia e non la periferia verso la Sede centrale.

Possibilità di introdurre nuove idee e scegliere nuove strade in un sistema come questo? Zero, perché l’ecosistema dirigenziale FITARCO è ormai inattaccabile a qualsiasi influenza esterna, nel bene e nel male. Unica speranza di cambiamento? Il limite dei due mandati consecutivi, se mai si riuscirà a farlo veramente applicare almeno dal… terzo mandato in poi.

venerdì 8 gennaio 2010

Due occhi ....

Vi piace la nuova grafica di Arcosfera con i due "occhi" sul tiro con l'arco che da oggi vedete in testata del blog?
Carla ha pensato che servisse un po' di personalità al sito e dopo qualche bozzetto, mi ha presentato la soluzione che vedete e che mi è subito praciuta. In effetti, Arcosfera vuole essere uno sguardo approfondito sul mondo del tiro con l'arco, con magari qualche divagazione un po' più ampia sul resto del mondo ma sempre filtrata attraverso gli occhi di un arciere.
Se la grafica è gradita, prometto un suo sviluppo nell'arcosfera anche al di fuori dello spazio virtuale del web...

mercoledì 6 gennaio 2010

Ecosistema /2

Rieccomi finalmente a parlare di ecosistema dell'Arcosfera, e seguendo i suggerimenti di mia figlia Carla, che ha rilevato giustamente che gli articoli sono spesso troppo lunghi per essere letti e assorbiti completamente, quello che doveva essere un articolo in due sole parti ne avrà invece parecchie di più...
Buon ritorno nell'Ecosistema FITARCO, ci resteremo a lungo  ...:
......................................
Un altro esempio tipico di variazioni al nostro ecosistema che hanno influenzato pesantemente l’ecosistema stesso sono state certamente le variazioni regolamentari che si sono succedute negli anni per la Coppa delle Regioni.
La coppa delle Regioni nacque come maxi elemento di correzione dell’ecosistema FITARCO. Fu ideata per focalizzare le limitate risorse tecniche locali all’obiettivo di generare con continuità nuovi elementi e potenziali ricambi per le squadre nazionali. Ma solo per quelle Targa, nel progetto iniziale.
Il progetto era perfettamente funzionale all’obiettivo, e diversi furono gli atleti che svilupparono le loro capacità e raggiunsero i gruppi nazionali passando attraverso la coppa delle regioni. Ma purtroppo negli anni l’obiettivo principale venne mediato con le richieste politiche di diverse parti, e da uno schema molto semplice, squadre senior e squadre giovanili targa, si introdussero prima le squadre veterani, poi una intera Coppa delle Regioni dedicata al tiro di campagna, poi furono rese più lasche le norme di divieto di partecipazione degli stessi atleti a edizioni successive e alla fine la coppa delle regioni fu cancellata completamente perché ormai completamente lontana dagli obiettivi che l’avevano fatta nascere.
La Coppa delle Regioni fu poi ripristinata nel 2002 nella formula alla base di quella attuale, con gli stessi obiettivi di quella originale ma purtroppo anche con molti dei compromessi che avevano portato al fallimento delle versioni precedenti.
Troppo pochi i posti per i senior targa, troppo peso sulla parte campagna, nessun divieto di partecipazione degli stessi atleti a edizioni successive. L’ecosistema a livello regionale si è da allora adattato alle nuove regole con conseguenze sotto gli occhi di tutti, a 6 anni dalla introduzione delle regole stesse. Le squadre Senior in tutte le regioni sono ormai quasi sempre le stesse anno dopo anno, ed il ricambio, ovvero il lavoro tecnico delle regioni, avviene inevitabilmente solo nel giovanile. L’effetto negativo nell’ecosistema? Disincentivazione dell’attività tecnica a livello seniores nelle regioni, in particolare nelle più grandi, e conseguente disincentivazione della classe Seniores a livello locale ad attività tecnica di alto e purtroppo anche basso livello. Inoltre, gli elevati bonus per il risultato degli scontri diretti e la gara limitata al Mezzo FITA in Coppa hanno portato a livello locale all’inevitabile declino del FITA Round perché troppo faticoso (servono solo 72 frecce per la Coppa delle Regioni); per ultimo, la recente cancellazione degli ex Ragazzi passati Allievi dai gruppi Nazionali per metterli a disposizione delle Regioni per la Coppa, andrà invece ad incidere sul concetto dei ricambi giovanili nella squadra, che era almeno quello fatto salvo in passato, rendendo statiche anche le squadre giovanili.
Superfluo a questo punto rimarcare che così come strutturata, la Coppa delle Regioni attuale ha un effetto nullo o ormai addirittura negativo sullo sviluppo del nostro ecosistema, ed è ormai già tornata alle condizioni pre-abolizione della volta precedente, ed urgono correzioni urgenti o addirittura un terza ristrutturazione regolamentare completa.