giovedì 25 novembre 2010

Ma i tiratori compound sono felici? /2

Poco più di un anno fa, pubblicavo su Arcosfera  l’articolo a medesimo titolo, dando luogo a numerose polemiche principalmente sollevate da quelli che l’articolo non lo avevano capito per nulla. Una bella rilettura, dello stesso è quindi comunque auspicabile per non perdere il filo del discorso nella nostra arcosfera…

Giunti alla fine dell’anno di sperimentazione della nuova formula di gara su bersagli Hit and Miss per compound, il Consiglio della FITA ha visionato le conclusioni sulla sperimentazione stessa sottoposte dal TAC (Target Archery Committee) e ha delineato definitivamente il 2011 per i tiratori compound, sconvolgendo completamente quanto fatto e sostenuto precedentemente.
Che la gara Hit and Miss non fosse stata  neppure da proporre, essendo un assurdo tecnico, lo sostenevano in tanti, compreso il sottoscritto. Che il regolamento della gara fosse viziato da errori di anche vistosi, tipo gli spareggi basati sul risultato della gara di qualificazione, era pure evidente, ed infatti la correzione con il ritorno agli spareggi alla freccia più vicina al centro è avvenuta a metà anno.
Ma che tutta l’esperienza fatta ed un intero sistema fosse da buttare a mare integralmente dopo brevissima sperimentazione francamente è qualcosa giunto inaspettato.

Le lamentele principali erano sulla troppa aleatorietà del singolo scontro a tre frecce e sulla eccessiva difficoltà per le donne.
Le proposte del TAC al Consiglio FITA  sono state di utilizzare il conteggio complessivo degli Hit su 15 frecce per decidere il match, oppure di abbandonare il sistema passando a scontri a set  sul bersaglio da 80 cm a 50 mt.
Ovvio che per coerenza rispetto all’obbiettivo della creazione di una gara completamente nuova, la soluzione corretta avrebbe dovuto essere la prima.  Invece, non è stata neppure la seconda.
Con un assurdo tratto di penna, il consiglio FITA ha cancellato l’intera sperimentazione e le sue conclusioni e persino i concetti di base in base ai quali l’intero sistema degli scontri diretti è passato ai set a partire dal 2010, istituendo solo per i compound all’aperto gli gli scontri diretti a punteggio a 15 frecce a 50 mt per tutte le fasi della gara, finali comprese.

In pratica, il bersaglio Hit and Miss è stato  archiviato per sempre, con buona pace delle aziende che lo hanno prodotto e dei negozianti che lo hanno a magazzino, nonché di un anno di ricerca da parte dei tiratori di diottre e lenti per poterci tirare sopra , facendo ritornare  la gara compound ad una situazione identica a quella del 2009, solo a 50 mt invece che a 70 mt.
Ora, se qualche dirigente arcieristico di qualsiasi livello volesse sinceramente affermare che fare scontri a 50 mt su bersaglio da 80 cm sia diverso dal fare scontri a 70 mt su bersagli da 122 cm,  dovremmo cortesemente pregarlo di dare immediatamente le dimissioni ed andare ad occuparsi di una bocciofila (con il massimo rispetto per i praticanti delle bocce, ovviamente).
La FITA ha reinventato l’acqua calda, autocancellandosi tutte le saccenti elucubrazioni sulla “gara diversa” spacciate ovunque per oltre un anno e mezzo.

Nel mondo la notizia della morte prematura del bersaglio Hit an Miss è stata accolta con reazioni diverse.  In tripudio gli americani, che non lo amavano per nulla. Indifferenti i francesi, che nel loro paese a oggi non hanno ancora introdotto neppure gli scontri a set e che le gare Hit and Miss le hanno viste solo su internet.
In Italia, l’unico esperimento noto di gara Hit and Miss è stato in una amichevole a fine Agosto. La gara era quantomeno divertente, ma necessitava di aggiustamenti. Non di una cancellazione.
Montichiari - BS - 29 Agosto 2010
Ma in Italia nel 2011 si tireranno praticamente solo FITA, visto che i 70 mt round e i 50 mt round non conteranno per la qualificazione ai campionati Italiani e quindi la scomparsa, anzi la NON comparsa della gara Hit and Miss finirà nelle cronache attorno al fuoco delle serate di memorie arcieristiche.
Un arciere ha chiesto sul forum CAM :
“In contesto Olimpiadi per i CO......cambia qualcosa?”
Ho commentato:
“Così continuamente cambiando, alle Olimpiadi i compound non ci andranno mai ...”

Ma i tiratori compound, sono felici?


lunedì 15 novembre 2010

Deferito! /3

Riprendo Arcosfera dopo oltre tre settimane di pausa, scusandomi coni lettori per il colpevole ritardo nell’aggiornarli in particolare sulla evoluzione del mio deferimento. Purtroppo, il lavoro e una gara da organizzare hanno preso tutto il mio tempo disponibile, ma ora rieccomi qua…

Molti mi hanno chiesto nelle ultime settimane, sia personalmente che via mail, come sia andata finire l’udienza del 22 ottobre ..
Rispondo subito che non è andata a finire… nel senso che ci sarà un’altra udienza il 3 Dicembre, ma con presupposti decisamente diversi.

Ma ritorniamo con ordine.
Il 22 ottobre mattina sono atterrato puntualissimo a Fiumicino con Easyjet  (la migliore compagnia aerea .. Italiana) alle 8:00, ho noleggiato un'auto ed ho cercato di raggiungere la sede Fitarco di via Vitorchiano.
Dico cercato, perché code interminabili, lavori in corso e segnaletica nascosta dagli stessi mi hanno portato prima diretto verso Roma centro imbottigliato in un traffico semplicemente assurdo, poi a fare inversione, ritornare verso il raccordo anulare per riprenderlo in direzione nord, ed infine ad arrivare in via Vitorchiano  113/115 alle 10:30 circa soltanto.
La palazzina che ospita la Fitarco, per chi non la conoscesse, ospita anche diverse altre federazioni nazionali CONI ed è raggiungibile solo  da un sovrappasso semi nascosto che si può imboccare, venendo dal raccordo anulare, unicamente indovinando la seconda uscita “Grotta rossa”. Per fortuna, conosco bene la strada avendo frequentato la sede FITARCO per tantissimi anni in veste di consigliere federale , ma tante volte mi sono trovato a dover spiegare al “tassinaro”di turno come raggiungere la difficile meta.  Superfluo aggiungere  che in orario lavorativo trovare un parcheggio nei pressi della palazzina può anche richieder tempi biblici, ma fortunatamente,  questa volta  il parcheggio almeno l’ho trovato subito.  
Per fortuna, non ero comunque l’ultimo, perché anche un membro della commissione di giustizia si era trovato in simili problemi ed è arrivato subito dopo di me.
L’udienza quindi è iniziata solo poco prima delle 11:00 e con mia sorpresa  mi sono trovato in una delle sale riunioni comuni della palazzina alla presenza di altre cinque persone soltanto: i tre membri della Commissione di Giustizia, gli avvocati Amos Benni (Ancona), Santi Pappalardo (Catania) e Massimo Andrea Chiocca (Genova), poi il Procuratore Federale, l’avvocato Stefano Comellini (Torino) ed in fine Luisa Falconi della Fitarco che fungeva da segretaria e verbalizzava le dichiarazioni.
L’avvocato Benni , quale membro più anziano, fungeva d presidente della Commissione di Giustizia.
Non avevo mai avuto occasione di incontrare personalmente i tre membri della commissione, anche se facevo parte del Consiglio Federale che li aveva nominati per la prima volta oltre dieci anni fa. Non che non avessi mai avuto a che fare negli anni in diversi ruoli con la giustizia federale, ma l’ultima mia comparizione davanti alla Commissione di Giustizia risaliva al 1997, quindi prima della loro nomina. Conoscevo invece già l’avvocato Comellini per un audienza di indagine svolatasi a Torino ad inizio anno.
Il mio massimo stupore è ovviamente derivato dal fatto che ero presente solo io, in qualità di deferito, ma non colui che mi aveva denunciato, il Ragioniere  Fausto Pennestrì, pur in un caso dove il colloquio riferito in due versioni diverse non aveva avuto testimoni.

La soluzione più semplice per raccontare quanto successo sarebbe pubblicare qui il verbale dell’udienza che pure ho sottoscritto,  ma mi mi è stato detto che in questa fase non posso averne copia.
Vedo pertanto di sintetizzare:
  • Ho dichiarato che ero stupito della conferma  deferimento,  aspettandomi un archiviazione proprio perché nelle contro deduzioni nviate emergeva chiaramente che le informazioni reali verificate sul complessivo stimabile del bilancio Federale ( 5 milioni di Euro circa) coincidevano con le affermazioni di Pennestrì  da me riportate su Arcosfera e che comunque la sua affermazione che i 5 milioni di cui si parlava fossero il frutto del “giro” di 2,5 milioni di entrate e 2,5 milioni di uscite (come scritto nella sua denuncia di cui ho copia) non avesse alcun significato contabile e amministrativo in qualsiasi tipo di definizione di bilancio e quindi tantomeno potesse essere stato utilizzato da  un Revisore Contabile in qualsiasi conversazione.
  • Mi sono quindi detto costretto a denunciare che le affermazioni di Pennestrì contenute nella denuncia erano evidentemente false rispetto  al vero a suo tempo comunicatomi, supportato in ciò dall’evidenza del bilancio certificato 2009 della Fitarco che è per di più controfirmato dallo stesso Pennestrì.
  • A fronte di quanto sopra, il Presidente della Commissione di Giustizia ha richiesto al Procuratore Federale cosa intendesse fare  ed a questo punto il procuratore ha suggerito come passo successivo la convocazione di Fausto Pennestrì davanti alla Commissione di Giustizia, in una nuova udienza fissata per il giorno 3 Dicembre alle 10:30 ed alla quale sono stato invitato pure io ad intervenire.
Non sto a tediarvi con altri particolari del dibattimento, spesso quasi incomprensibili pure a me perché viziati dalla similitudine con il codice di procedura penale.
Durante lo stesso  ho dovuto comunque anche precisare che il Blog Arcosfera  non ha alcuna relazione con la CAM – Compagnia Arcieri Monica A.S.D. di cui sono Presidente, essendo correlato invece ad una SRL di cui sono Amministratore, in quanto il deferimento disposto dal Procuratore Federale, come avrete letto, era stato fatto anche nei confronti della CAM per responsabilità oggettiva.
Non ho ancora ricevuto ad oggi una convocazione formale per l’udienza del 3 Dicembre.  Ho telefonato in Fitarco per chiedere conferma della data  ( mi è stata confermata) e della mia convocazione (sono in attesa), ma comunque a Roma il 3 Dicembre ci sarò, come imputato, testimone o magari pubblico,  ma ci sarò sicuramente.

Intanto, dalle note di verbale del Consiglio Federale riportate sul  numero 5 di Arcieri 2010 apprendo che il Consiglio Federale ha aumentato lo stanziamento per i contributi all’impiantistica 2010 da 50.000 Euro a 150.000 Euro.

Qualcosa finalmente si muove a favore delle Società nell’uso del “tesoretto” delle incredibili riserve di bilancio FITARCO?





mercoledì 20 ottobre 2010

Deferito ! /2

Indubbiamente i  contenuti delle accuse che il procuratore federale mi ha addebitato nella sua lettera mi hanno sorpreso.

Sintetizzandole, avrei  intenzionalmente travisato le informazioni fornitemi verbalmente da Fausto Pennestrì  sul bilancio federale per gettare discredito sulla Federazione e avrei addirittura accusato nel mio articolo la stessa di occultare 2,7 milioni di Euro.

Sono  immediatamente andato a rileggermi l’articolo di Arcosfera “Tre numeri magici” per verificare se  effettivamente avevo scritto una simile corbelleria  ma,  come tutti possono facilmente constatare, non ho trovato  ovviamente niente  del genere nel mio scritto. 
La cifra complessiva delle disponibilità di bilancio 2009 mi era stata comunicata da Penestrì  in 5 milioni di Euro circa. Se l’ammontare era diverso, ovviamente non potevo saperlo, visto che il bilancio non viene più presentato alla Assemblea Nazionale da anni, ne tantomeno potevo inventarmelo per la stessa ragione.
  
Inoltre, se dalle stime fatte delle varie tipologie di spesa mancavano all’appello circa 2,7 milioni di Euro, il fatto che non si sapesse dove erano stati spesi era ancora da ricercarsi nella “secretazione” del bilancio. Nessun dubbio che il bilancio fosse stato legalmente certificato dai Revisori dei Conti. Semplicemente, molti dubbi se  la maggior parte dei Consiglieri Federali e dei Presidenti di Comitato Regionale avessero idea su che capitoli di spesa questa cifra fosse stata distribuita (dubbi verificati veri personalmente in diversi colloqui con i soggetti).
Peraltro, conoscendo Fausto Pennestrì da oltre 30 anni ed avendo una pluri-decennale esperienza nel’analisi dei bilanci FITARCO,  mi pareva parecchio strano che qualcuno potesse dubitare delle informazioni fornitemi dallo stesso dietro domande precise  o che lo stesso potesse ritrattare le stesse con leggerezza.
Le accuse erano quindi talmente strampalate da scatenare la mia curiosità di capire quale fosse il vero problema,  al di là del naturale (?) desiderio di rappresaglia della FITARCO nei miei confronti.

Avvalendomi quindi delle garanzie comunque fornitemi dalla Affiliazione alla FITARCO e dal  Regolamento di Giustizia della stessa,  ho richiesto formalmente alla Segreteria FITARCO tutta la documentazione inerente al caso,  inclusi ovviamente i Bilanci 2008 e 2009, la copia della denuncia di Penenstrì e  lo stralcio del  verbale del Consiglio Federale con l’approvazione all'unanimità del mio deferimento.
Ho dovuto andare di persona a Roma a ritirare i documenti  richiesti,  approfittando nell’occasione per verificare con il Segretario Generale le mie stime sulla consistenza numerica de personale CONI distaccato in FITARCO nei vari anni oggetto della mia indagine.  Occorre infatti ricordare che il personal e FITARCO è in parte dipendente ed in parte distaccato dal CONI e da questo retribuito direttamente. Un confronto budgetario tra bilanci di anni diversi non può quindi prescindere dall’ assegnazione di un valore di riferimento al  personale “gratuito” in carica nell’anno.

Qualche giorno di analisi sui documenti, con la collaborazione di un revisore contabile,  poi ho inviato al procuratore  la mia lettera di controdeduzioni che potete leggere qui, accompagnata dalla tabellina comparativa di bilanci 2003 (ultimo consegnato alle società) e di quelli 2008 e 2009 che invece potete trovare qui.
Lasciandovi al piacere della lettura dei due documenti,  vi giuro che sono rimasto letteralmente sconvolto da quanto emerso dall’analisi del Bilancio 2009.

Avevo chiesto a Penenstrì: “mi ricordo che il bilancio 2003 di quando c’ero ancora io in Consiglio federale era di circa 3,5 milioni, ora sarà ben sopra i quattro ?
La risposta era stata: “ E, no, sono più di 5 .. perché  Scarzella è bravo a chiedere contributi al CONI… “
Il bilancio 2009 completo in mio possesso mostra un complessivo di  5 Milioni  circa cui vanno aggiunti circa 300 Mila euro di valorizzazione del personale CONI in uso gratuito nell’anno.  Circa 5,3 Milioni di Euro complessivi a disposizione, perfettamente in linea con l’informazione fornitami da Pennestrì, contro i 3,5 milioni circa del bilancio 2003.

Ma i 2,7 Milioni che ritenevo semplicemente “spesi male non si sa dove” per ben oltre 1,8 Milioni di Euro erano lì, in  bella vista ul bilancio, nelle due voci Riserve e Rimanenze dello stato patrimoniale.
Ebbene sì, la nostra Federazione, che piange continuamente miseria con i Comitati Regionali, che due anni fa ha aumentato la tassa gare e tagliati i contributi  arbitrali alle società, che stanzia nel 2010 solo 50 Mila Euro per contributi all’impiantistica  dopo anni di assenza degli stessi e che non manda le squadre complete alle trasferte di Coppa del Mondo perché non ha fondi,  aveva riserve liquide a fine 2009 per oltre 1,8 milioni di Euro che abbondantemente spiegavano il mistero dei 2,7 Milioni.

Oltre 40 Mila Euro di interessi attivi dalla banche sottolineano a bilancio l’esistenza di fondi  di riserva di importo spropositato che portano ovviamente a farsi la domanda : accantonati  per che cosa? Ma questa, è un’altra storia.

Intanto, il Procuratore Federale , ricevute le mie controdeduzioni, all’apparenza senza neppure leggerle approfonditamente, ha trasferito il tutto alla Commissione di Giustizia FITARCO con la lettera che potete leggere qui .

Venerdì  22 Ottobre 2010 alle ore 10:00 presso la FITARCO avrà luogo la prima udienza presso la Commissione di Giustizia. L’udienza è pubblica  ed i curiosi sono i benvenuti . 

Per tutti gli altri, alla prossima puntata!




giovedì 14 ottobre 2010

Deferito! /1

E’ un po’ che tutti mi chiedono per cosa sono stato “Deferito”.

Da quando nell’estratto del verbale del Consiglio Federale FITARCO pubblicato su Arcieri Nr. 3 – 2010 è comparsa la notizia che ero stato “deferito “ agli organi di Giustizia FITARCO, sono stati molti quelli che mi hanno chiesto cosa fosse successo e il perché del deferimento.
A chi me lo chiedeva, ho tranquillamente risposto, senza altri commenti, di andare a leggere o rileggere il mio articolo su Arcosfera “Tre Numeri Magici”  dove parlavo delle notevoli risorse finanziarie della FITARCO, ineguagliate al mondo e di come queste non producessero neppure lontanamente i risultati che ci si poteva aspettare in campo Olimpico,  a causa principalmente del fatto che solo una minima percentuale del bilancio veniva alla fine veramente dedicata al settore specifico.  Un articolo fortemente critico dell’attuale gestione FITARCO,  che da sommarie  informazioni riferite verbalmente mi aveva portato a pormi delle domande sui criteri e destinazione di spesa di una notevole parte delle disponibilità 2009 FITARCO.

Ma oggi, con anche il numero 5 di Arcieri 2010 che pubblica una parte del Bilancio Fitarco 2009 e l’udienza davanti alla Commissione di Giustizia alle porte,  non mi sembra  giusto lasciare cadere l’occasione di consentire a tutti un approfondimento maggiore sia dell’argomento stesso che  del funzionamento pratico della Giustizia Federale, magari dopo una rilettura del mio articolo  “Una giustizia da Riformare”  

Considerando lo sfasamento temporale  tra l’articolo su  Arcosfera (Marzo),  la lettera del Procuratore Federale che mi annunciava il deferimento (fine Aprile),  la  mia risposta alla stessa  (Maggio), il deferimento effettivo alla Commissione di Giustizia (Agosto) ,   la comunicazione di fissazione dell’udienza  (Settembre) e la data dell’udienza stessa, 22 Ottobre 2010 a Roma,  i tempi, viste le usuali lentezze della giustizia FITARCO, sono stati incommensurabilmente brevi, segno evidente dell’attenzione speciale che la struttura FITARCO ha dedicato all’argomento.

Vedrò quindi io pure di recuperare il tempo trascorso, mettendo a disposizione dei lettori tutta la documentazione necessaria a seguire la vicenda in tempo quasi reale, cominciando con il testo integrale della lettera del Procuratore Federale datata 23 Aprile che mi annunciava l’apertura delle indagini ma anche la loro chiusura per mia manifesta “colpevolezza”

Buona lettura!

lunedì 11 ottobre 2010

Una faccenda di famiglia

Durante i campionati Italiani targa di Alessandria improvvisamente sono stato colpito da una visione:
Il tiro con l’arco italiano era formato, gestito e partecipato da famiglie, non da società.
Eravamo durante gli scontri a squadre miste e i fratelli Giorgio e Anna Botto tornavano dal recupero frecce , seguiti dai fratelli Carla e Michele Frangilli contro i quali si stavano scontrando.
Sul campo a lato, i fratelli Massimiliano  e Claudia Mandia  facevano lo stesso negli scontri Juniores. Tre coppie di fratelli, non tre Società.
Immediatamente, il pensiero è corso anche alla famiglia Matteucci, due terzi della squadra  OL SF sul podio, ma poi anche alla famiglia Mento, alla famiglia Tonelli e ovviamente anche alla Famiglia Scarzella, più a tante altre del passato e del presente.
Atleti, Dirigenti, Arbitri, Istruttori. Innumerevoli sono le famiglie nel panorama del tiro con l’arco Italiano che costituisco l’ossatura spesso in contemporanea tecnica ed organizzativa della propria società . Qualche volta, le famiglie arcieristiche  hanno la possibilità di crescere in un terreno fertile e ricettivo, e trascinano con sé chi le segue  spesso anche a raggiungere obiettivi inaspettati. Era già così nel 1973, quando mi tesserai per la prima volta alla FITARCO. La famiglia Oddo controllava non solo l’ABA di Milano, ma la stessa FITARCO e pure la stessa FITA, che allora proprio a Milano aveva sede, con Francesco Gnecchi Presidente e Beppe Cinnirella Segretario Generale; di riflesso, l’ABA costituiva l’ossatura del neonato settore tecnico FITARCO, forniva il direttore tecnico Nazionale, il compianto Renato Doni e prima ancora aveva visto i fratelli Oddo gareggiare maglia azzurra. Ma era il 1973, quasi quarant’anni fa …
Le cose cambiano, nel mondo, ma sembra che nel tiro con l’arco, non solo italiano, le famiglie continuino ad essere l’ossatura portante del movimento.
Dove la famiglia partecipa, cresce, passa la palla alle generazioni successive, la società di riferimento fa lo stesso. Dove i figli abbandonano ed nipoti non vengono iniziati al nostro sport , la famiglia perde con gli anni la spinta propulsiva e la società di riferimento lentamente collassa.
Potrei citare decine di famiglie che hanno costituito l’ossatura di altrettante società o adirittura squadre nazionali  e che sono ora scomparse dall’arcosfera o collassate ai minimi termini a causa del semplice invecchiamento dei fondatori e propulsori e dell’assenza di ricambio generazionale.
In altri paesi, piccoli e grandi, le situazioni sono molto simili. Che dire della famiglia Trafford, sei membri in gara nella squadra USA ai mondiali di Campagna 2008, cinque a quelli 2010?
La Famiglia Traffort ai Mondiali 2010
O dei fratelli Dola e Rahul Banerjee., colonne portanti della squadra Indiana Femminile e Maschile OL? E che dire di  babbo Dee Wilde con i figli Logan e Reo?
Più ci penso e più altri nomi si affacciano alla memoria, inutile a questo punto continuare ad elencarli.
Bene, prendiamone atto e facciamocene una ragione. Il nostro è uno sport di Famiglia, anzi, di Famiglie, a tutti i livelli, tecnico agonistico e dirigenziale compresi.
Alla base, nei club, lo sappiamo bene. Chi non ha nel proprio club quote speciali “Famigliari” per non gravare troppo sui bilanci delle famiglie con diversi membri iscritti?
Perchè non riconoscere quindi questa situazione di fatto e dare alle famiglie che costituiscono l’ossatura del tiro con l’arco nazionale un minimo di riconoscimento? Un campionato per famiglie? Una quota di iscrizione famigliare alla FITARCO? Una riconoscimento specifico? Basta un po’ di fantasia e qualcosa si può certo inventare. Intanto, l’unico “riconoscimento” pratico alle famiglie da parte  FITARCO è stata  la riduzione delle copie della rivista ARCIERI inviate allo stesso indirizzo, pur in presenza di quote di tesseramento uguali per tutti i membri della singola famiglia.

Il tiro con l’arco è decisamente una faccenda di famiglia, vediamo di fare qualcosa!

Post scriptum:
Finale Coppa del Mondo di Edimburgo 2010, partecipanti Italiani:
  • Marco Galiazzo – accompagnato da suo padre come tecnico personale
  • Michele Frangilli – accompagnato da suo padre come tecnico personale
  • Sergio Pagni – accompagnato da suo padre come tecnico personale


lunedì 13 settembre 2010

Ma gli arcieri vanno in vacanza?

Riprendo a scrivere dopo la pausa delle vacanze, per parlare di … vacanze.

Siamo tutti esseri umani e quasi tutti siamo italiani da più generazioni. Le vacanze estive fanno parte del DNA Italico e crisi o non crisi, una o più settimane di vacanze in estate ed in agosto in particolare non ce le può levare nessuno.
Ma siamo anche arcieri e l’arcosfera si muove e si evolve anche in Luglio ed Agosto, ovunque nel mondo ma da anni anche in Italia.
Certo, se l’arciere è un amatore pure con famiglia e figli e un posto fisso o una attività che chiude per ferie in Agosto, nulla cambia per lui/lei rispetto al tipico comportamento Italiano. Si chiude la valigia dell’arco in garage, si caricano i bagagli, figli, gatti e suocera compresi e si parte per le Vacanze. All’arco si penserà al ritorno, con le consuete lamentele sulla fatica per l’assenza di allenamento per diverse settimane, ma con corpo e spirito abbronzati e rilassati.
Se invece si è arcieri coinvolti anche ad un minimo livello come padri/madri , allenatori o addirittura atleti in attività che prevedono il loro svolgimento proprio in Agosto o ad inizio Settembre, le vacanze diventano un periodo di intensificazione della attività arcieristica e per alcuni di preparazione per gli eventi di inizio settembre, generalmente per i Campionati Italiani Targa.
Ecco quindi che si programmano vacanze con arco e frecce al seguito in località dove ci si possa comunque allenare. Ecco che si scelgono le località di vacanza in modo da poter partecipare magari all’ultima a gara di calendario valida per la qualificazione ai Campionati Italiani. Ecco che adirittura si rinuncia alle vacanze di tradizione per prepararsi per l’Evento o, se si è organizzatori, per appunto occuparsi della sua organizzazione.
Non vado in vacanza estiva da credo qualcosa come diciannove anni. Era Agosto, ero a Rimini con mia moglie, Michele e la piccola Carla e tutti i giorni andavamo a Riccione per tre ore per far allenare Michele che aveva una importante trasferta con la nazionale giovanile in Grecia proprio in Agosto.
Da allora, agosto è sempre stato il mese della preparazione alle gare dell’Agosto stesso, delle Olimpiadi o della preparazione ai Campionati Italiani o della organizzazione delle gare della mia società di fine mese ed inizio settembre.
Ieri notte, di ritorno dai Campionati italiani Targa di Alessandria, riflettevo su questa quasi totale assenza di vacanze estive che aveva evidentemente coinvolto buona parte dei partecipanti ai campionati, a partire dai nostri azzurri, che dentro Agosto si sono sciroppati una coppa del Mondo in USA ed una in Cina, per poi partecipare ad un Campionato Italiano a inizio Settembre e magari devono pure andare alla finale della Coppa del mondo proprio questa settimana, per finire con gli organizzatori dei campionati, che evidentemente di vacanze non n se ne erano potute permettere troppe, vista la complessità dell’evento.

Le mie vacanze? Due trasferte di Michele e un campionato Italiano da preparare anche per la squadra CAM,  un Triplo FITA in prima edizione da organizzare, la figlia da accompagnare ad un Doppio FITA in Liguria,  una raccomandata FITARCO da ritirare in posta con lo scontato avviso di deferimento alla Commissione di Giustizia per l’articolo “3 Numeri Magici” pubblicato su qui su Arcosfera in Marzo http://arcosfera.blogspot.com/2010/03/3-numeri-magici.html

Ah, quasi dimenticavo… Mi sono anche allenato con il compound ed ho pure partecipato come arciere ad una bellissima amichevole a Montichiari con le regole 50 mt Round + Hit-Miss, neppure sfigurando troppo.
Domani me vado a Roma per lavoro, poi Mercoledì me ne vado a Edimburgo con Michele per la sua seconda finale di Coppa  del Mondo. Ma la prossima settimana mi attendono il freddo e la pioggia di Castione della Presolana (previsioni meteo orribili, purtroppo) per i miei primi Campionati Italiani 3D .. come arciere.
Già, noi arcieri le vacanze le passiamo così: ci alleniamo, alleniamo altri, partecipiamo ed organizziamo.
Sarà forse per questo che i nuovi scappano e la classe dirigente e gli atleti di vertice hanno pochi o punto  ricambi?
Forse, se gli arcieri potessero andare in vacanza in estate, non saremmo sempre e solo i soliti quattro gatti.


giovedì 15 luglio 2010

Siate cattivi con voi stessi!

Piove a dirotto, e il 900 round deve ancora iniziare. Scarichiamo tenda, archi e ammennicoli vari sotto la pioggia battente. Non siamo certo entusiasti, la giornata si prennauncia dura e bagnata, ma la regola è che quando ci si iscrive ad una gara, poi si partecipa, non importa come è il tempo.
Incrociamo il Campione che è al momento  allenatore della nazionale giovanile di tiro con l’arco. Si rivolge ai due ragazzi con me, che sono nei gruppi nazionali,  e dice loro: “ non importa che tempo fa, se volete diventare campioni dovete imparare ad essere cattivi con voi stessi”.
È una grande frase, che mi rimane da sempre nella mente , e da allora è rimasta nella mente anche di uno dei due giovani, mio figlio Michele.
L’anno è il 1991, uno dei due giovani è Michele Frangilli , il Campione è il grandissimo Giancarlo Ferrari.
La gara finisce con Michele, ancora Allievo,  primo assoluto a 824, ed il sottoscritto primo Senior a 800 giusti, dentro ad una bufera di acqua e vento ai 40 metri e con il 50% di ritirati dalla gara stessa.

L’episodio mi è tornato alla mente recentemente, sentendo quanto si lamentano i cosiddetti giovani atleti dei nostri giorni, in particolare del giovanile, quando sentono parlare di dover affrontare dei FITA o addirittura dei doppi FITA , magari sotto l’acqua o con il caldo. Si lamentano loro, si lamentano per loro genitori e tecnici, e le gare quindi, se piove o fa troppo caldo, vanno semi deserte.
Non parliamo poi del dover tirare “troppo”…
La mia vecchia regola come allenatore, che suona più o meno “un FITA al giorno toglie i 1300 di torno”, sembra una eresia ai giovani arcieri ed ai loro apprensivi protettori.
Sento parlare di cicli di carico e di scarico, di programmazione dell’allenamento e di non tirare il giorno prima della gara in particolare sempre e soltanto da persone che avrebbero bisogno di tirare non solo il giorno prima della gara, ma anche la notte prima, se fosse possibile, tanto poco tirano abitualmente.
Tirano 60 frecce al giorno magari tre sole volte a settimana , ma ambiscono al posto nella squadra regionale, o addirittura nelle squadre nazionali, e nessuno ha il coraggio di dire loro quell’unica frase frase che veramente loro serve: “se non siete cattivi con voi stessi, non diventerete mai campioni”
Grazie Giancarlo, per quella frase di tanti anni fa!


martedì 6 luglio 2010

La corazzata Potemkin

Domenica 4 Luglio Campionato Targa Regione Lombardia sullo splendido campo degli arcieri San Bernardo a Milano.  42 paglioni, 160 partecipanti, 70 mt Round più Olympic Round per Senior e Master. Temperatura oltre i 35 gradi, quasi totale assenza di vento e gara che scorre perfettamente fino alla fine delle 72 frecce. Poi, complice il regolamento del campionato poco chiaro sulla partecipazione degli Juniores (solo a completamento delle squadre ) e qualche bug del programma delle classifiche che impediva di toglierli, una oretta di ritardo per la classifica e la premiazione.
Nulla comunque di particolare, cose che capitano nel tiro con l’arco da sempre.
Poi, l’Olympic Round a partire dai 16esimi.
Anche qui, nulla di particolare: il set system è stato applicato correttamente con i suoi tempi notevoli, e ci sono volute circa quattro ore per arrivare alla fine , pur tirando sempre tutti gli scontri insieme. Nulla di particolare, ovvero tutto quello a cui siamo da sempre ormai tristemente abituati, ovvero:

  • Quelli che se ne sono andati addirittura prima degli scontri, lasciando buchi nella griglia
  • Quelli che se ne andavano man mano che erano eliminati
  • Organizzatori, Arbitri e Partecipanti rimasti che si trascinavano disperati sotto il sole cocente tra uno scontro e l’altro e una spareggio e l’altro, non vedendo l’ora che tutto finisse
  • Qualche curioso venuto a vedere cosa fosse questa gara e che se ne è subito andato.
  • Il campo desolatamente deserto alla fine, con solo i quattro finalisti per classe e i loro forzati accompagnatori
  • La premiazione con i soli addetti ai lavori ed i premiati dell’OR (stranamente almeno loro tutti presenti, cosa che succede di rado)

Il mitico Fantozzi nel suo primo film (e libro), forzato a partecipare a terrificanti riunioni di Cineforum dove veniva continuamente riproposto il famoso film muto e in Bianco e Nero di Eisenstain La Corazzata Potemkin, che veniva esaltato continuamente come capolavoro della cinematografia mondiale, alla millesima replica ha il coraggio finalmente di alzarsi in piedi e dire a voce alta quello che tutti  i presenti pensano ma non osano dire:
“Questo film è una boiata pazzesca !!!” urla a squarciagola, ed è sommerso dagli applausi degli altri forzati del cineforum !

Domenica, con tutti i presenti indistintamente che si lamentavano della interminabile e totalmente inutile gara a scontri diretti, di nessun interesse persino per i partecipanti stessi finalisti, a un certo punto mi sono immedesimato nella parte dell’immortale Fantozzi all’ennesima inutile replica di un inutile film in bianco e nero senza nessuna possibilità di generare interesse presso nessuno, e citandolo direttamente sono sbottato nella frase” Questa gara è una boiata pazzesca!!!”

Già, lo pensano tutti, ma pochi hanno il coraggio di dirlo. Queste assurde gare a scontri diretti, inventate per la TV, vanno bene, forse, solo a livello di Olimpiadi. Non attirano pubblico, non sono mai eque rispetto alla gara che tutti pensano vera, quella di qualificazione,  non vengono recepite in alcun modo dagli arcieri della domenica e non attraggono, anzi allontanano i potenziali nuovi arcieri.  Michele, in finale con un cinese sulla spiaggia di Antalya il mese scorso, con maxi schermo, tribunette piccole ma mezze vuote e uno speaker che in americano puro  raccontava i tiri a un pubblico inesistente, mi ha detto di aver provato tristezza per l’inutilità dell’insieme.

Possibile che nessuno abbia il coraggio di affrontare una volta per tutti a livello internazionale il problema di proporre agli arcieri gare che gli arcieri possano praticare e gradire, e non tentare obbligare gli amatori di tutto il mondo a praticare quella “Corazzata Potiomkin” che è ormai, definitivamente e senza speranze, l’Olympic Round ?

venerdì 25 giugno 2010

Ecosistema /5 – I "Veterani" dei GDG

Riprendo dopo un bel po’ l’analisi dell’Ecosistema FITARCO stimolato dalla domanda rivoltami recentemente da un Personaggio FITARCO che non sto a nominare. La domanda era semplice: perché il nostro settore giovanile sta regredendo e non genera più con continuità nuovi Campioni come negli anni passati?
Ho risposto d’istinto che la motivazione era da cercare nelle modifiche regolamentari che avevano influenzato il settore giovanile negli ultimi sei o sette anni. Modifiche hanno trasformato l’attività giovanile e il nostro miracoloso sistema di generazione di futuri campioni che il mondo ci invidiava in un sistema puramente amatoriale che non serve più a selezionare e formare giovani atleti.
Credo di aver concluso l’esposizione con una frase del tipo: “Un sistema per mezze seghe che allena mezze seghe a diventare mezze seghe… !” Non elegante, lo ammetto, ma rende l’idea, ed altri tecnici presenti alla mia esposizione hanno di massima condiviso l’affermazione.
Ho anche aggiunto che l’unico modo per correggere la situazione era ormai gettar via tutti i regolamenti del Progetto Giovanile in essere e ripristinare di botto quelli di almeno dieci anni fa; poi, purtroppo, occorrerebbe attendere almeno quattro o cinque anni per vedere gli effetti delle modifiche, ma non vedo altra soluzione.
Ovviamente, il suggerimento non verrà preso in considerazione, ma la conversazione mi è tornata alla mente seguendo da lontano lo svolgimento dei Giochi della Gioventù nazionali 2010.
Mi sono allora messo a dare una occhiata ai risultati degli ultimi tre anni, trovando scontata conferma a molte delle mie supposizioni. Poi, sono andato all’indietro nel tempo, fino alle origini, per verificare i cambiamenti maggiori apportati ai regolamenti dei giochi stessi negli anni. Nessuna sorpresa, visto che mi ricordavo quasi tutto fino al dettaglio.
Vediamo un po’ quindi insieme l’evoluzione della “specie” “Giovanissimi Arcieri GDG” negli anni.
I GDG nascono con un regolamento semplice:
-        terza media a 30 mt
-        seconda media a 25 mt
-        prima media a 20 mt
-        quarta e quinta elementare a 15 mt
-        niente stabilizzatori
-        72 frecce complessive in due gg diversi
-        chi si qualifica per le fasi nazionali non può partecipare l’anno successivo se non cambia da elementari a medie
-        chi si qualifica a livello individuale ai campionati Italiani non può partecipare.
Regolamento semplice, ma geniale.: aumentava la difficoltà della gara con l’aumentare dell’età e spingeva inesorabilmente tutti coloro anche appena “buoni” all’agonismo in gare di calendario perché dai GDG venivano subito esclusi.
Fu l’epoca della nascita delle gare giovanile di calendario e l’epoca in cui crebbero tutti i nostri campioni che ora hanno ben oltre i trent’anni…

Prima modifica in rilassamento:
-        chi si qualifica a livello individuale dei campionati italiani DELL’ANNO PRECEDENTE non può partecipare
Seconda modifica in rilassamento:
-        prima, seconda e terza media tirano tutti a 20 mt.
Terza modifica in tentativo di intensificazione:
-        creata la classe Pulcini per seconda e terza elementare, che tira a 10 mt . La proposi io al Consiglio Federale, visto che avevo una foglia di 7 anni che voleva gareggiare ma non poteva. Era il 1995, e non fu facile farla approvare.
Quarta modifica in rilassamento:
-        Da 72 frecce a 48 frecce (2002)
Quinta modifica in rilassamento:
-        Non possono partecipare alla edizione successiva solo i primi tre classificati delle fasi nazionali, invece di tutti i qualificati alle fasi nazionali.
Sesta modifica in rilassamento:
-        Vanno diretti alle fasi nazionali anche i primi due assoluti delle neonate fasi invernali dei GDG che si tengono a Marzo.
Settima modifica in rilassamento (l’ultima)      
-        Non possono partecipare i primi 10 della rank list nazionale per i Campionati italiani invece di tutti i qualificati ai Campionati italiani

Il risultato è sotto gli occhi di tutti:
-        Le gare giovanili sono sempre più disertate,incluse quelle indoor, perché le Società sono dedite a preparare i giovani alternativamente per i GDG invernali e poi per quelli estivi ( e i “poverini” non possono mettere e togliere gli stabilizzatori continuamente..).
-        I Giovanissimi e Ragazzi in grado di affrontare un FITA da 144 frecce sono sempre meno, e sempre meno sono di numero in tutte le gare all’aperto di calendario
-        E’ nata la categoria occulta dei “veterani” dei GDG  regionali e persino nazionali: dove in passato al massimo si poteva partecipare ai nazionali due volte, una come elementari  e una come medie, ora i casi di tre partecipazioni si sprecano, e a livello regionale imperversano quelli con tre o anche più partecipazioni.
-         
I GDG, da metodo perfetto per selezionare i migliori talenti ed avviarli il più presto possibile all’agonismo vero,  sono diventati il fine ultimo della attività per parecchie Società e per quasi tutti i Comitati Regionali, che da parte loro lottano continuamente per allargare ancora di più le maglie del regolamento per poter migliorare il proprio piazzamento nella fase Nazionale utilizzando il maggior numero possibile di “veterani” dei GDG . E ci riescono, da anni e anni.

Sarà un caso, ma l’ultima generazione “numerosa” di giovani Campioni uscita dai GDG è quella dei nati nel 1987/1988/. L’ultima  generazione che ha fatto in tempo a partecipare ai GDG a 72 frecce e che ha potuto partecipare  solo ad una edizione delle fasi Finali nazionali,

Recentemente, come colpo di grazia definitivo alla formazione Giovanile, le nuove norme di qualificazione per i Campionati Targa Ragazzi e Allievi 2010 hanno eliminato l’obbligo di almeno un FITA round a 144 frecce per la qualificazione.
Ovvio che se non si fanno più fare FITA ai ragazzi e se questi arrivano a gestire in gara al massimo 48 frecce quando hanno già ben 14 anni, le speranze per il futuro sono decisamente limitate, ed è parecchio strano che qualcuno che vota tali norme si chieda e mi chieda “perché” non riusciamo più a formare giovani Campioni.

L’ecosistema Arcieristico è delicato come qualsiasi altro ecosistema. Non lo si può danneggiare impunemente per anni senza patirne a lungo le conseguenza.

martedì 15 giugno 2010

Chiamiamola 5D!

Altre due settimane, con tanto di passeggiata a Valcava ai campionati regionali di Campagna, dietro a mia figlia, tornata dopo anni a tirare Campagna e dopo oltre un anno a … tirare.
Occasione imperdibile per raccontare a quelli che internet non sanno neppure dove si trova ma che il tiro di Campagna e il 3D lo fanno di persona , che stava per nascere una nuova gara che avrebbe finalmente consentito a tutti quelli che in FITARCO tendono un arco di partecipare.
Devo dire che le reazioni sono state tutte positive, se non in alcuni casi addirittura entusiastiche. Finalmente nessun veto alla Divisione Olimpica, finalmente la possibilità di rilanciare il tiro di Campagna attraverso una vera gara di “avvicinamento”.
Unica perplessità generale, il nome della gara. In effetti, 4D ha un significato come superamento dei limiti del 3D , ma gli arcieri sono gente pratica, e vogliono un nome che significhi direttamente qualcosa e che sia facilmente spiegabile a terzi.
Detto fatto, un rapido brain-storming generale e il nome della gara diventa automaticamente 5D.
Già, perché 5 sono i colori del bersaglio, ma soprattutto CINQUE sono le DIVISIONI ammesse, AN, LB, IS,CO e OL.
E allora, ecco che il nome della gara è diventato subito per tutti 5D, e tutti erano a chiedere la data della prima gara sperimentale per potersi iscrivere.
Presente l’amico Luciano Ravazzani degli arcieri di Castiglione Olona, anche questa domanda ha avuto subito riposta: Domenica 19 Settembre a Castiglione Olona, giusto la settimana prima degli Italiani 3D !
C’è la gara, c’è il luogo e c’è la data!
Per il nome, chiamiamola d’ora in poi tutti “5D”!


mercoledì 2 giugno 2010

2D, 3D, 4D / 3

Segue dal 19 Maggio

Sono trascorse due settimane dall’ultimo articolo, che hanno incluso la prova di nuove frecce (sempre usate di Michele), i giochi della Gioventù regionali della Lombardia, una settimana di Europei Targa a Rovereto con la squadra Irlandese e la mia seconda ( e decisamente migliore) gara 3D.  Un periodo di tempo e delle esperienze supplementari più che adeguate ad approfondire una idea che già mi era maturata nel cervello ma che necessitava di trasformarsi in una proposta concreta e dettagliata.
L’idea era in bozza, ma a tutti coloro cui l’ho accennata è parsa interessante e comunque da testare in pratica.
Mi sono detto: ma se i problemi dello sviluppo dl tiro 3D sono legati principalmente all’assenza di arcieri arco olimpico, al costo delle sagome e al fatto che le sagome rappresentano animali, mentre al contrario tutti trovano divertente la gara di per sé breve e poco impegnativa, perché semplicemente non cambiare le cose che non funzionano e lasciare quelle che funzionano?
Detto fatto, ecco nascere finalmente l’idea della gara … 4D!
Ma come, la quarta dimensione è notoriamente il tempo, non sarà per caso una gara a tempo? Ovvio che no! Ma aggiungere un’altra dimensione, quella dell’universalità, ad  una gara già esistente che si chiama 3D la rende automaticamente una gara … 4D!
Se poi la gara la facciamo a … colori, le dimensioni si moltiplicano e 4D diventa un nome appropriato.
Una gara a Colori al posto di una in Bianco e Nero, una gara comunque breve, tirata nei boschi e nei prati nella tradizione del tiro di campagna e del tiro 3D, ma sui bersagli a 5 colori che sono invece nella tradizione del tiro targa e dell’arco olimpico…

Il regolamento in poche semplicissime note:
Regolamento di tiro identico a quello 3D, 20 bersagli, una freccia per bersaglio
Distanze sempre sconosciute come nel 3D, 5-30 metri per gli archi senza mirino ( arco Nudo, Long Bow e Arco Istintivo) e 5-45 metri per gli archi con mirino (Olimpico e Compound)
Bersagli in carta a 5 colori corrispondenti a quelli targa da 80, 60 e 40 cm. Due bersagli affiancati da 40 cm per tiri molto ravvicinati.
Punteggi decrescenti dal 11 (10 interno) all’1.

Abbiamo tutte le divisioni di tiro, la gara facile e veloce, e non abbiamo più le costose e a volte sgradite sagome di animali. Una gara semplice che può essere apprezzata facilmente da tutti e da tutte le età, e costituire il giusto anello di congiunzione tra Targa e Campagna, facilitando l’avviamento  al tiro di campagna “vero” di tutti i neofiti.
Ma la formula va ovviamente testata ed ecco che la gara 4D vedrà la luce in una gara a livello sperimentale organizzata a Settembre con la collaborazione indispensabile degli Arcieri di Castiglione Olona e del Comitato Regione Lombardia. Se la formula sarà apprezzata dai partecipanti, verrà riproposta per l’inserimento in calendario sperimentale 2011 e propagandata a livello internazionale per un futuro inserimento nei regolamenti FITA.
Dal 2D al 4D passando per il 3D …forse questa è la via per un successo a lungo ricercato e non ancora ottenuto.





mercoledì 19 maggio 2010

2D, 3D, 4D / 2

Segue dall’11 Maggio

L’arcosfera invece, a parte il Nord America, è ancora quasi tutta 2D e rimarrà cosi ancora a lungo, forse per sempre, se non verrà variata la proposta attuale.
Si tirano  su bersagli 2 D di carta probabilmente ancora oltre il 95 percento delle frecce scoccate nelle federazioni Mondiali FITA, ed il trend verso il 3D, seppure esistente, è talmente lento da non giustificare assolutamente anche i modestissimi investimenti fatti dalle federazioni nazionali e dalla FITA  stessa per promuoverlo.
Il motivo sta nello scarso appeal generale che le sagome 3D hanno sugli arcieri, opposto all’incredibile appeal che il 3D cinematografico ha e quello televisivo avrà sull’intera popolazione del globo.
Perché un arciere dovrebbe preferire il tiro su di una sagoma 3D invece che su un bersaglio di carta?
Avevo parecchie idee sull’argomento, ma mi mancava l’ultima verifica: l’esperienza diretta sul campo.
Detto fatto, mi sono comperato un  compound usato,  ho “ramazzato” delle vecchie frecce di Michele, ho riaggiustato una ancor più vecchia sagoma 3D che giaceva d anni semidistrutta  in un cantuccio del campo del mio club , ho studiato il regolamento e finalmente, dopo ben due settimane di scarsissimi preparativi e di super (per me) allenamento, mi sono iscritto ad una gara 3D vicino a casa, a Varese.

Domenica 9 Maggio ho quindi debuttato in questa specialità, tra lo stupore generale dei partecipanti. Vittorio Frangilli con un Compound in una gara 3D era evidentemente per tutti un evento che faceva epoca, mentre invece l’unico evento che per me faceva epoca era il fatto che mi avvicinavo al 3D alla tenera età di  60 anni compiuti da poco… ma questa è un’altra storia…
A fine gara mi sono dato una abbondante sufficienza. Due sole M, ma anche 2 x 11 e 3 x 10 e la consapevolezza che devo rifarmi l’occhio sulla valutazione delle distanze. Troppi anni senza il mio amato Tiro di campagna me l’hanno evidentemente fatto perdere.  Comunque, una bella mattinata a scarpinare nei boschi e nel fango in gradevole compagnia e senza neppure stancarmi molto. Decisamente, mi sono divertito e mi sono ripromesso di rifare l’esperienza.
Poi, le riflessioni e le conclusioni, avendo comunque trovato conferma al 100% delle mie supposizioni.

Cosa funziona
Di per sé, la gara 3D FITA attuale è sicuramente meno faticosa e stressante di una qualsiasi altra gara al chiuso e all’aperto. 20 frecce soltanto e meno di quattro ore di durata (almeno nella mia esperienza) sono alla portata di tutti anche senza allenamento (ed io ne sono l’esempio vivente..).
Le sagome sono in poliuretano o comunque materiale sintetico e non danneggiano assolutamente le frecce (se non vengono mancate..)
La vera difficoltà  della gara è nella valutazione delle distanze lunghe, che comunque lunghe non sono,  spingendosi solo a 45 mt per il compound e a 30 mt per le altre divisioni ammesse.  Il tiro, di per sé, non è mai difficile e alla portata anche dei principianti.

Cosa non funziona
Qui l’elenco si fa purtroppo lungo.
Non a tutti piace l’idea di tirare su immagini di animali.La caccia è praticata in Italia da una minoranza , il famoso referendum riuscì quasi ad abolirla, e molti la vorrebbero fuori dal CONI non considerandola sport.
Personalmente non amo la caccia, ma non ho nulla contro di essa, se condotta in modo etico. Inoltre, se tiro ad una sagoma di animale ho ben in mente che sto tirando per colpire uno spot al centro di un’area irregolare, non per colpire la parte vitale di una animale. Ovvio che la mia differenza di approccio nei confronti dei milioni di cacciatori-tiratori 3D americani è abissale.
Ma se il sottoscritto non ha remore di sorta e tira senza problemi contro sagome 3D di animali come ha sempre tirato contro i bersagli 2D del Campagna, la stessa cosa non si può dire di molti con cui parlo, parecchi Dirigenti FITARCO inclusi. Tirare su sagome di animali per molti è un tabù, ed in alcune Nazioni  la cosa è addirittura vietata per legge.

Il bersaglio 3D è più coinvolgente per l’arciere rispetto alle tradizionali targhe 2D?  No, anche cercando di immedesimarmi nello spirito del cacciatore, francamente l’impressione rimane quella di tirare su un bersaglio irregolare su batti freccia di forma irregolare. Inoltre,  la visione stereoscopica della sagoma 3D. complice la distanza di tiro, viene appiattita riducendo al minimo le differenze tra bersagli 2D e 3 D ; la bellezza del bersaglio, perché alcune delle sagome sono decisamente belle, si apprezza solo all’estrazione delle frecce, ed è un po’ pochino.
I costi delle sagome sono inoltre spropositati rispetto a quelli dei normali batti freccia da 90 cm usati nel campagna.  Solo con consorzi di acquisto tra società o con finanziamenti specifici a fondo perduto si può immaginare di organizzare senza perdere denaro  gare con anche 100 partecipanti. Occorrerebbero centinaia e centinaia di amatori per portare in pareggio una, se si considerano  costi di ammortamento delle sagome.
Per ultimo, ma andrebbe al primo posto, viene poi l’assurdo divieto di gareggiare nel 3D per la divisione Arco Olimpico, e tutti si chiedono il perchè. Considerando che i tiratori arco Olimpico sono oltre il 60% dei tesserati Fitarco e la stessa percentuale vale anche negli altri paesi , la penalizzazione per gli organizzatori e per la formula è pesantissima e ne limita  in modo radicale la diffusione.
Superfluo concludere che il mondo 2D del tiro targa, nel suo insieme, non si trasformerà mai in percentuale rilevante in un mondo 3D, a causa dei suddetti ostacoli oggettivi.
Ma si può  fare qualcosa a favore del 3D FITA?

Segue

martedì 11 maggio 2010

2D, 3D, 4D / 1

Il nostro come tutti sanno è un mondo in 3D. Ovviamente, parlo del mondo reale, non ancora di quello del tiro con l’arco.
Forniti come da progetto originale di due occhi sincronizzati tra di loro ma peparti da parecchi cm. di distanza,  abbiamo la possibilità sin dalla nascita di percepire immediatamente la terza dimensione, la profondità, e la cosa ci semplifica di molto la vita in moltissimi campi.  La nostra visione del mondo, come  quella di tutti gli animali, uccelli e pesci  è per natura stereoscopica, e questo ci semplifica non poco la vita nell’interazione con le nostre realtà.
La rappresentazione fotografica, cinematografica e televisiva della realtà o della fantasia  è rimasta però vincolata a due sole dimensioni, nonostante i tentativi  di ogni genere che si susseguono dalla nascita stessa del dagherrotipo.  Soluzioni poco efficienti, poco realistiche o troppo costose non sono mai riuscite a trasformare la rappresentazione stereoscopica in un prodotto gradevole e gradito e quindi commercialmente di successo.
Ma negli ultimi anni l’elettronica e la tecnologia dei display hanno fatto passi da gigante, ed i super proiettori digitali per fil in 3D, nati in primis per le sale IMAX, hanno ridotto il loro costo man mano fino ad un livello tale da renderlo accessibile anche a piccole sale cinematografiche di periferia.
Costi ridotti, tecnologia di ripresa o post-elaborazione digitale e proiezione pure digitale hanno improvvisamente trasformato il mondo del cinema da 2D a 3D con una velocità di conversione fulminea e totalmente imprevedibile e imprevista.
Chi di chi mi legge non ha ancora visto al cinema un film in 3D ?  Avatar 3D,  Alice 3D, Scontro di Titani 3D ecc. ecc. Il suffisso 3D è diventato ormai un marchio per film sempre più graditi al pubblico.

Ma se i film al cinema sono in 3D, devono esserlo anche nell’home video,  con l’indispensabile necessità di  adattare il principe dell’elettronica domestica, il televisore, al nuovo tipo di rappresentazione.
Avete appena comperato un bellissimo TV 50” al Plasma Full HD di ultima generazione convinti di godervelo per almeno un quinquennio (io sono uno di quelli …)? Scordatevelo!
La parola d’ordine oggi nel mondo della TV è ormai 3D, e il 3D in TV si può vedere, sempre tramite occhialini speciali con varie soluzioni, solo su televisori progettati appositamente  per riprodurre immagini  provenienti dall’etere o da lettori Blue Ray anche loro appositamente modificati.  Pensate che resisterete?  Che non cambierete nuovamente il TV il prossimo Natale? Scordatevelo.  Tra poco tutti i punti vendita di elettronica saranno invasi dai televisori 3D di grande schermo, e dopo aver provato la visione 3 D di un qualsiasi film o programma, nettamente più brillante, nitida  e più coinvolgente di quella che si ottiene al cinema,  il vostro unico pensiero non sarà sul “se” cambiare ancora TV, ma sul quando, e il quando sarà molto prima di quanto vi aspettiate.  Per la cronaca, infatti, i produttori TV si valutano che il mercato del TV grande schermo in Italia sarà a fine dell’anno per oltre il 30% sul totale fatto da televisori 3D. Considerando i primi  TV 3D vengono presentati  solo in questi giorni, vuol dire che i volumi di vendita da Settembre a Natale 2010 sono previsti essere mostruosamente alti, con il vero boom che inizierà  con la disponibilità del nuovo software che consentirà a Palystation 3 di riprodurre i Blue Ray e i Giochi in 3D e soprattutto la disponibilità dei proprio dei primi giochi in vero 3D di ultima generazione.
E  che dire di SKY che in Gran Bretagna già trasmette un intero canale HD/3D ? O del canale satellitare che trasmetterà alcune partite dei mondiali di calcio in Sudafrica in 3D anche per l’Italia? I mondiali di calcio 2010 saranno i primi con uso intensivo di riprese e trasmissioni in 3D… Non abbiamo speranza, il nostro mondo televisivo 2D diverrà 3D a breve, brevissimo, e noi ci faremo tutti travolgere dalla trasformazione. 

segue..... 

martedì 27 aprile 2010

60

Non mi piacciono i compleanni.
In particolare, è un bel po’ di anni che non mi piacciono i miei compleanni.
Ricordo ancora quando mio cognato diede una festa per festeggiare i suoi 50 anni. Gli chiesi che cosa veramente pensasse di dover festeggiare… non capivo, e mi sono ovviamente rifiutato di fare lo stesso per i miei, di 50 anni.
Ma è un po’ di giorni che i miei figli e la mia compagna mi prendono in giro, in vista di oggi, con la nota più delicata riguardante il ricordarmi continuamente il “vantaggio” che da oggi avrò al cinema, con lo sconto di 1,50 Euro riservato agli over…
Poi, ieri hanno cominciato ad arrivare gli auguri su Face Book, e sono stati veramente tanti..
Poi hanno iniziato ad arrivare gli SMS e le telefonate. E la maggioranza degli auguri mi è arrivata da amici dell’arcosfera.
Basta, mi sono detto. Devo prendere atto che questo non gradito compleanno esiste, e ringraziare pubblicamente tutti per essersi ricordati di questa ininfluente data.

Quale migliore luogo per ringraziare se non attraverso Arcosfera, faendo nel contempo i buoni propositi per gli anni a venire?
Ebbene sì, cari amici dell’arcosfera, grazie per esservi ricordati del mio compleanno, ed in particolare di questo. Non si compiono tante volte sessant’anni, e anche se conto di raddoppiarli, devo riconoscere che sono un traguardo unico nell’esistenza di una persona.
Se poi penso che ho trascorso ben 37 di questi nell’arcosfera e conto di trascorrerci tutti quelli che ancora devono arrivare, mi rendo conto i modo concreto quanto il tiro con l’arco abbia pesato nella mia vita fino ad ora.
Il tiro con l’arco mi ha dato tantissimo, con soddisfazioni immense come le medaglie olimpiche di Michele ed i titoli mondiali e le innumerevoli vittorie di Michele e Carla, e altrettante immense delusioni come la mancata medaglia a squadre di Atene 2004. Ho fatto per il tiro con l’arco tante cose note e riconosciute e tante cose ignote, ho vinto tante battaglie e ne ho perse altrettante, ma ho comunque lasciato il segno fino ad ora in innumerevoli situazioni che hanno influenzato e influenzano l’evoluzione del tiro con l’arco mondiale e italiano.
Intanto, nel trascorrere degli anni, ho visto tanti che come me avevano dato il loro cuore al tiro con l’arco lasciarci definitivamente ed essere subito dimenticati. Il solo amore per uno sport non basta per un posto immortale nella sua storia ed anche coloro che sono stati grandi protagonisti per molti anni divengono presto poco più di una citazione dentro un capitoletto riassuntivo di quella che è la Storia del Tiro con l’Arco Italiano e Mondiale.
Nel libro dell’amico Giancarlo Castrati proprio dedicato Storia del Tiro con l’Arco Italiano e Mondiale, ri-edito per l’ultima volta (la terza) nel 2002, gli anni di storia sono riassunti in meno di una pagina e sono centinaia i personaggi “famosi” del nostro sport che non sono neppure citati.
Non mi illudo quindi di poter avere una citazione anche di poche righe in una possibile edizione futura di tale storia, ma questo non cambia la sostanza dei fatti e del mio modo di agire e di pensare a favore dello sport della mia vita, e il la promessa che oggi faccio in primis a me stesso e poi a tuti coloro che mi hanno espresso il loro apprezzamento e affetto è che continuerò, come sempre, ad occuparmi non solo del mio orticello arcieristico ma anche di continuare a cercare strade e soluzioni per rendere sempre più gradevole, conosciuto e vincente il nostro amato sport.
Oggi è solo un giorno come tanti altri. Tra pochi minuti pubblicherò quest’articolo e uscirò di casa per recarmi al campo di tiro. Ci sono nuovi arcieri da istruire, Michele da allenare, un po’ di manutenzione da fare. Domattina due ragazzi Irlandesi arriveranno a Gallarate per allenarsi con me fino al weekend, mentre tra l’altro venerdì dovrò preparare il campo per il 900 Round CAM del 1° Maggio ( e quello è il giorno del compeleanno di Michele), giunto ormai alla 30esima edizione, con tanto di annesso Torneo del Galletto. Ma poi, ci sarà un secondo libro da terminare, altri articoli di Arcosfera da scrivere, altre battaglie da combattere, spero insieme a voi. La vita continua come sempre per me nell’arcosfera, anche se con oggi sono 60.

martedì 13 aprile 2010

Un obiettivo deviato

Domenica 18 aprile il calendario FIATRCO prevede l’ennesima rappresentazione di quella folcloristica gara per piazze di paese che viene pomposamente denominata “Campionato Italiano di Società”.

Questo Campionato, purtroppo ufficiale e altrettanto ufficialmente promosso da FIATRCO, rappresenta ovviamente tutto tranne che un vero campionato di Società.
La formula, mutuata da quella dei campionati italiani a Squadre di Campagna, prevede arcieri AN, OL e CO tirare in squadra insieme in scontri diretti all’aperto a 25 mt, generalmente da tenersi dentro piazze di Città o luoghi storici per scopo di “immagine”.
Una formula di gara estremamente originale ed unica al mondo che non può più nascondere l’obiettivo principale che è quello di sostenere in particolare solo e specificamente un gruppo ristretto di società che a loro volta fanno di detto campionato il loro principale obiettivo annuale.

Un Campionato italiano di Società che vede in gara società da solo 10 regioni su 21 (mancano al completo tra le altre Lombardia, Friuli, Lazio, Campania e Sicilia)

Un campionato che vede in gara solo 21 Società su 521 affiliate (ne mancano solo .. 500)

Un campionato Italiano di Società che per legittimi interessi societari costringe diversi atleti dei gruppi nazionali e di interesse olimpico a dedicarsi ad una attività particolarmente inutile se non addirittura deleteria in un momento critico della preparazione per i campionati Europei Targa e la Coppa del Mondo.

Un campionato Italiano che necessiterebbe di una radicale revisione regolamentare per potersi veramente continuar a fregiare del nome che gli è stato assegnato.

Prendiamo ad esempio la Francia, che ha fatto dei campionati nazionali per squadre di società l’ossatura della propria attività di club e la base per il proprio presidio sul territorio.

In Francia, esistono tre “circuiti” nazionali a squadre, nelle Divisioni A, B, e C, che prevedono squadre Targa Olimpico Maschile , Olimpico Femminile, Compound Maschile e Compound Femminile suddivise in gironi locali per le divisioni C e B ed in girone nazionale per la divisione A.
Le divisioni A e B sono a numero chiuso, ed ogni anno le migliori delle divisioni inferiori, uscite dai play off tra le vincenti dei gironi, passano alla divisione superiore e le peggiori retrocedono.

Vi ricorda nulla…?

Il sistema ha creato, dopo anni di utilizzo, una base di supporto e sponsor locali per le varie società che tendono a rappresentare campanilisticamente la propria città, ed un situazione preparatoria che vede una vera e propria campagna acquisti e cessioni a fine anno in funzioni degli obiettivi di squadre per l’anno successivo.
Superfluo rimarcare come tale sistema abbia avuto come logica estensione negli ultimi due anni il fatto che le prime cinque squadre di divisione nazionale A sono state qualificate per la neonata Coppa Europa per squadre di Club che, a livello di formula, ha mutuato esattamente la formula di gara a scontri diretti a squadre utilizzata nel campionato francese.
A parte il già citato riconoscimento a livello di territorio e più facile accesso ale sponsorizzazioni, cos’altro ottiene una formula così?
Ma ovviamente che tutte le società Francesi, dalla neonata alla più vecchia e titolata mettono il tiro targa a squadre in priorità assoluta tra le attività societarie e che praticamente tutti i tiratori francesi di qualche livello dedicano la stagione all’aperto al tiro targa e provano il tiro a squadre, inclusi gli appartenenti ai gruppi nazionali, che trovano nel sistema una perfetta arena di allenamento ripetuto e continuo per il loro obiettivo principale: la degna difesa dei colori nazionali in campo internazionale.

Faccio quindi i miei migliori auguri ai partecipanti ai campionati italiani di società di domenica prossima, ma non posso che augurarmi ancora una volta che prima o poi la FIATRCO si decida a riconvertire questa manifestazione al più folcloristica in qualcosa di propedeutico alla formazione generale dei nostri atleti e più rappresentativo della realtà tecnica italiana.

Ho personalmente proposto almeno due volte negli ultimi 10 anni formule diverse e più consone a focalizzare l’attività delle Società Italiane su veri obiettivi tecnici e promozionali, ed è superfluo rimarcare che le mie proposte sono state ovviamente bocciate dai difensori dello status quo, che sono anche coloro che una vera riforma di questo campionato dovrebbero approvarla pure ora.
Non lo faranno mai.
Ci terremo quindi ancora,inevitabilmente, una manifestazione che continuerà a svolgersi in funzione del proprio specifico obiettivo.

Un obiettivo deviato.

sabato 3 aprile 2010

Buona Pasqua !

Lunedì 5 Aprile inizia ufficialmente la stagione Targa all'aperto 2010, ma essendo i campionati Europei previsti a Rovereto per la fine di Maggio, questa sarà ricordata probabilmente come la più breve stagione Europea Targa di sempre, meno di due mesi per salire sul tetto d'Europa.
Perché si sia giunti a tale situazione senza senza senso tecnico l'ho già affrontato in un articolo precedente, "Francamente, non capisco!". Ma così è e non si può cambiare.
Quindi, è tempo di auguri.
Auguri ai nostri Azzurri, che tra la prossima settimana e la successiva si giocano la partecipazione alla Coppa del Mondo ed agli Europei e quindi l'intera stagione.
Auguri ai "miei" Irlandesi, che tra Lunedì 5 e domenica 11 si giocano pure loro l'intera stagione, con l'aggravante che ieri in Irlanda nevicava.
Auguri ai Francesi, che si sono fatti la prima gara di selezione al chiuso (beati loro) a 70 mt la scorsa settimana, e che faranno l'ultima all'aperto il 18 Aprile. Anche loro sono nelle stesse condizioni.
Auguri a tutti gli arcieri Europei che da lunedì saranno sotto il cielo e non più in una palestra: che la pioggia e il freddo possano risparmiarli.
Auguri a tutti gli organizzatori di gare all'aperto di questo periodo in Nord e centro Europa e Italia. Fa freddo, piove o nevica ancora quasi ovunque, ma dobbiamo far finta tutti che sia Primavera e partecipare, per non danneggiare i loro sforzi organizzativi.
Auguri ai dirigenti Arcieristici di ogni dove che hanno disegnato questi assurdi calendari, nella  speranza che alla fine si ritrovino almeno con la coscienza di non farlo più, mai più.

Auguri soprattutto a tutti gli amici di Arcosfera  per una felice Pasqua !

martedì 30 marzo 2010

Ma la FIARC fa le leggi?

Nell’occasione della trasferta di caccia di Michele in Illinois nel Novembre scorso, mi sono messo a “sfogliare” internet per aggiornarmi sulla situazione legislativa della caccia con l’arco in Italia e nel resto del mondo.
Google al solito è stata la soluzione per i dubbi che vaveo, e mi ha condotto su diversi siti, fino a quando non ho trovato http://www.cacciaconlarco.it/paginabase.htm , un sito che sembra essere il più esauriente disponibile in lingua italiana sull’argomento.
La particolarità del sito è che non riporta alcuna informazione immediata in relazione ai creatori e gestori dello stesso, ma solo link ad associazioni varie che si occupano di caccia in genere e caccia con l’arco, tra le quali la FIARC, e nessun link verso FITARCO. Solo scavando bene attraverso le pagine si giunge alla dizione in calce ad una pagina “E’ una realizzazione degli Arcieri di Yir di Vado – Bologna“.
Il sito è comunque abbastanza completo e informativo in relazione ai diversi aspetti della caccia con l’arco in Italia e nel Mondo, ma è stata la pagina relativa alla Legislazione che ha attirato subito la mia attenzione. Interessante scoprire che mentre la caccia con l’arco è legale a livello di legislazione italiana, alcune regioni la invece la vietano espressamente. Ancora più interessante invece scoprire che due province della Toscana, quella di Siena e quella di Livorno si sono spinte ben più in là del vietare l’arco o tacitamente approvarlo, ma ne hanno addirittura regolamentato l’uso con delibere della Giunta Provinciale.
Entrambe le delibere riportano un articolo simile, che consente la Caccia di selezione con l’Arco. L’articolo completo in entrambe le delibere, con minime variazioni suona così:

Per l’esercizio della caccia di selezione è altresì consentito l’uso dell’arco di potenza non inferiore a 50 libbre. Il selecacciatore che intenda esercitare la caccia con l’arco, deve essere in possesso della licenza di caccia e presentare all’Amministrazione Provinciale una certificazione sottoscritta da un istruttore FIARC, attestante una prova di tiro su campo autorizzato da una distanza non inferiore a metri 30 per il “compound” e 20 per l’arco tradizionale. La prova sarà ritenuta valida con il risultato 4 centri su 5 nell’area vitale della specie oggetto di bersaglio. Per area vitale s’intende un bersaglio di diametro non inferiore a 20 centimetri. Nel corso della medesima uscita di caccia il selecacciatore non potrà utilizzare contemporaneamente l’arma da fuoco e l’arco.

E’ evidente che un tale articolo di norma provinciale non possa che essere stato definito dalla FIARC stessa o da persone ad essa correlate, visto che richiede la certificazione di un istruttore FIARC per poter praticare la caccia di selezione, e sicuramente va quindi dato atto alla FIARC di essersi impegnata nella regolamentazione della caccia con l’arco nelle due citate province.

Ma a questo punto, qual è la posizione FITARCO e quella dei suoi tesserati nei confronti della Caccia con l’Arco? Un tesserato FITARCO non può ottenere l’autorizzazione alla caccia con l’arco nelle due Province, se prima non si iscrive alla FIARC e non si sottopone al test richiesto?
Perché, pur essendo la FITARCO l’unica Federazione di tiro con l’arco riconosciuta dal CONI e quindi dalla legge, non può essa stessa certificare la capacità dei propri tesserati a praticare la caccia con l’arco? Ma è solo la FIARC che fa le leggi sulla caccia o contribuisce a redigerle? E chi ha attribuito alla FIARC tale autorità, ed in base a cosa? E perchè la FITARCO non fa notare la propria esistenza sull'argomento?

Michele è andato a caccia con tre amici in Illinois. Ha acquistato la regolare licenza di caccia del luogo, ha pagato per l’abbattimento specifico di cervi senza corna la tariffa riservata ai non residenti, si è munito di un arco compound da 65 libbre (la legge locale richiede un minimo di 40 libbre), ha fatto la posta per 5 giorni tirando due sole frecce, delle quali una a vuoto ed una che ha abbattuto la preda a 40 mt, ha regolarmente ritrovato la preda seguendone le tracce ed ha segnalato l’abbattimento via internet come richiesto dalla legge. Il tutto nel perfetto rispetto delle regole scritte e non scritte della caccia. In America.


Invece, se Michele volesse andare a caccia in Italia nelle province di Siena e Livorno, oltre a procurarsi regolare licenza di caccia dovrebbe anche iscriversi alla FIARC e andare a farsi fare un certificato sulla sua capacità di tiro da un istruttore FIARC.

Ma la FIARC, fa le leggi?

venerdì 19 marzo 2010

Francamente, non capisco!

Ritorno da un weekend in Irlanda dove abbiamo parlato di calendario Internazionale, dovendo affrontare metodi e tempi per mettere insieme una squadra per gli Europei Targa di Rovereto, ed abbiamo dovuto concludere che il calendario Internazionale, quest’anno, è decisamente privo di ogni senso logico, tecnico e sportivo, e nessuno capiva perchè.
Mentre metà più di metà dell’Europa sta ancora spalando l’ultima neve, Italia inclusa, il sito della FITA annuncia che le iscrizioni preliminari per la gara di World Cup di Antalya della seconda settimana di Giugno si sono chiuse il 9 Marzo scorso, con i Campionati Europei, teorico evento principale della stagione che finiranno due settimane prima, a fine Maggio, e con la prima gara di World Cup organizzata a Porec in Croazia giusto tre settimane prima degli Europei, ad inizio Maggio, poco più di un mese dopo la chiusura degli Europei Indoor organizzati nell’identico luogo e che vedono le gare iniziare proprio da domani.
Tra domani, fine dei Campionati europei Indoor, e il 31 di Maggio, le varie nazioni Europee devono trovare il modo di:

1) Tornare dai Campionati Indoor e organizzare gare di selezione immediate targa per testare o qualificare gli atleti per la Coppa del mondo di Porec, per gli Europei targa di Rovereto e per la Junior Cup di Reggio Calabria (una settimana prima di Rovereto), che è anche di qualificazione per le Olimpiadi Giovanili

2) inventarsi chi e quanti mandare alla Coppa del mondo di Antalya subito dopo

3) pensare se mandare qualcuno in Armenia per il secondo Grand prix Europeo dal 22 al 27 Giugno, consolandosi col fatto che la Federazione Greca ha intanto cancellato il primo dei Grand Prix, che doveva aver luogo a Rodi dal 20 al 25 Aprile.

Non solo quest’anno il circuito dei Grand Prix Europei si apre dopo il Campionato Europeo Targa perché questo è all’inizio della stagione all’aperto, ma la Coppa Europa Junior è stata ridotta per la prima volta dalla istituzione ad una sola prova nell’ intera stagione, giusto la settimana prima degli stessi Europei targa, costringendo le strutture tecniche di tute le nazioni ad un tour de force di oltre 15 gg per presenziare ai due eventi; ma niente, in confronto alla brillante idea di organizzare gli Europei Juniores Targa in Germania nelle stesse date dei Mondiali di Campagna in Ungheria.
In questo caso, sia tecnici che atleti si dovranno dividere tra i due eventi, e certamente l’evento penalizzato saranno i Mondiali di Campagna, dove in tutte le classi giovanili si fa spesso fatica a raggiungere il numero minimo di partecipanti per assegnare il titolo.
Francamente, non capisco.

Non capisco come l’Emau possa mettere insieme un calendario tanto balordo e penalizzante per l’intera attività tecnica europea.

Non capisco come si possano affidare quelli che dovrebbero essere Eventi, come Europei Indoor o Grand Prix, a nazioni che a stento riescono ad organizzare semplici gare, per poi trovarsi la gara cancellata o trovarsi senza assolutamente comunicazione sulla stessa.

Non capisco come si possa cancellare una gara di coppa Europa Junior per favorire l’organizzazione dei Grand Prix senior, e poi farsi cancellare uno di questi senza ripristinare al gara di Junior.

Non capisco come si possa lasciar organizzare un Europo Juniores “contro” in mondiale di Campagna, di fatto mettendo una pietra sulla attività giovanile Campagna in Europa dell’anno.

Non capisco come si possa insistere ad organizzare gli Europei Targa come doppio 70 mt, quando la FITA ha ridato valenza alla gara FITA Round ai mondiali con l’introduzione dei due turni di bye per i primi 8, ed il prossimo anno ai mondiali di Torino i primi posti del FITA vorranno dire giochi Olimpici sicuri.

Poi, guardo il calendario Italiano, vedo che anche quest’anno la stagione indoor è stata fatta finire ancora una volta a fine Gennaio mettendo lì i Campionati Italiani , lasciando Febbraio e Marzo vuoti di eventi e obiettivi per gli arcieri Italiani; vedo che in Aprile avrà luogo la sempre meno interessante e tecnicamente assurda finale dei cosiddetti Campionati Italiani di Società, totalmente inutile dal punto di vista tecnico e che coinvolge inoltre solo una minima frazione delle società italiane; ed in fine, vedo che il sito federale riporta un comunicato stampa relativo ad un circuito di gare comuni FITARCO e FIARC come se si trattasse di Eventi Internazionali, mentre coinvolgono al massimo trecento tesserati Fitarco, mentre invece i nuovi regolamenti FITA in vigore dal primo di Aprile che ne coinvolgono quindicimila di tesserati, non sono ancora stati comunica ti alle società alla data odierna, 12 giorni dalla entrata in vigore.

Francamente, ora capisco.

La politica sta ormai dominando l’intera organizzazione arcieristica Italiana ed Europea, e sicuramente ormai anche larga parte di quella mondiale. Le manifestazioni si organizzano per motivi politici, non tecnici, e si affidano agli organizzatori con conoscenze politiche, non tecniche, per ottenere risultati politici, non tecnici, e purtroppo neppure lontanamente di immagine. Esperienza , date, calendario, preparazione degli atleti in questo contesto contano meno di zero. Gli atleti servono per ottenere una medaglia internazionale se arriva, o per prendersi le colpe di quelle che non arrivano, mentre intanto il sistema politico arcieristico Europeo si occupa delle sue prossime elezioni (a Rovereto a fine Maggio con gli Europei) e quello Italiano della non tanto futura battaglia per la successione a Mario Scarsella.
Intanto, Iran, Myammar e Tailandia hanno raggiunto Korea, India, Giappone, Cina , Taipei e Malesia tra gli avversari asiatici temibili per la qualificazione olimpica.
Intanto, il Brasile ha messo in piedi una intera struttura tecnica rivolta alle Olimpiadi 2016, la Turchia è tornata competitiva, il Messico è già una realtà temibilissima, la squadra Canadese olimpica è sempre più forte, tutte le nazioni sudamericane sono in fase di potenziamento.
Intanto, i nostri giovani hanno esaurito il ciclo vincente che li vedeva primeggiare da anni a livello almeno Europeo, e i nostri senior non fanno più neppure lontanamente i punti che facevano anni fa.
Ma intanto, noi ci beiamo delle nostre posizioni politiche in seno all’Emau e alla FITA e della nostra lungimiranza nel gestire il futuro del tiro 3D.

Francamente, non capisco.