lunedì 30 novembre 2009

Centri, centrini e messia /2

I francesi invece di CTF ne hanno da anni almeno 5 o 6, con il più famoso ma non unico a Parigi, l’INSEP.
In effetti, a parte il famoso INSEP, gli altri sono più SF che CTF. Nei centri periferici vengono concentrati i giovani della regione che vogliono essere seguiti da tecnici qualificati e continuare comunque a frequentare gli studi. A Parigi invece si allenano in teoria solo i membri del gruppo nazionale di alto livello. Da precisare che in Francia, Tiro di Campagna e Indoor non fanno parte dell’attività di alto livello, che è solo quella targa.
Dopo anni di prestazioni targa disastrose, però, nel 2005 la federazione francese assume anche lei il suo messia, un allenatore Coreano proveniente dalle nazionali giovanili del suo paese e con ottime referenze. Ancora, la storia si ripete: il sistema pretende ora che gli atleti di livello ci trasferiscano a Parigi per essere tutti allenati dal nuovo allenatore. Alcuni lo fanno, alcuni rifiutano e vengono esclusi dalle squadre nazionali. Dopo un anno, quasi tutti quelli che si erano spostati su Parigi abbandonano e ritornano a casa, e a questo punto il sistema viene rivisto per consentire il confronto con gli atleti fuori dall’INSEP e per formare comunque squadre competitive. Nel 2007, fallita la qualificazione maschile a Pechino, il “messia” coreano, assunto in prospettiva 2012, viene licenziato, il sistema riaperto con trials nazionali per la formazione delle squadre e all’INSEP rimangono in pochissimi, con un tecnico francese.
L’Italia trova il suo primo “messia “ in Victor Sidoruk, assunto dopo l’oro a squadre maschili ottenuto dalla Spagna sotto la sua guida alle Olimpiadi di Barcellona del 92. La Fitarco non ha successi di rilievo nel Targa dai tempi di Ferrari, almeno 12 anni prima, e quella che era sulla carta una squadra formidabile con Parenti, Di Buò e Rivolta ha appena clamorosamente fallito alle Olimpiadi. Ma c’è l’allenatore e non il luogo dove allenare, e allora viene “costruito” utilizzando una parte delle strutture del centro Coni dell’Acquacetosa a Roma e di quello Coni di Riano.
Peccato però che quasi tutti gli alto livello in Italia abitassero ben lontani da Roma, e a quel punto si offrì un congruo gettone di presenza giornaliero a coloro che accettavano di trasferirsi a Roma per farsi allenare, che in vero non furono molti. A fine 94, Sidoruk dichiara di voler seguire solo la squadra maschile, e viene immediatamente identificato un nuovo “messia” per quella femminile: Dung Eum Suk, ex allenatore Coreano trasferitosi in Italia a seguito della moglie, cantante d’opera alla Scala di Milano, e che già collaborava con il settore giovanile.
Qui le cose si complicano, perché pure Suk vive a Milano, e quindi per far allenare da lui gente in teoria residente come CTF a Roma occorre mandare in trasferta tutti quanti, allenatore compreso. Parzialmente il problema viene ridotto iniziando ad utilizzare per i raduni del CTF anche Tirrenia, già sede dei raduni del settore giovanile. L’esperienza del CTF ufficialmente costituito e localizzato a Roma viene chiuso definitivamente nel 1998, quando Sidoruk lascia l’Italia, con qualche strascico di residenza "residua" di atleti all’Acquacetosa che si protrae fino al 1999. Suk invece viene fatto lasciare un anno prima, e scompare dall'ambiente arcieristico Italiano, ma viene richiamato poi ancora una volta nei ranghi federali nel 2002, nuovo messia del maschile, e vi rimane  fino a fine 2004. Intanto, di CTF in Italia non si sente più parlare fino al 2005, quando nasce il nuovo CTF Fitarco, prima localizzato a Tirrenia, poi a Varallo Pombia e oggigiorno a Cantalupa, ma temporanemente in trasferta da altre parti per impraticabilità del capannone per i 70 mt al chiuso, mal progettato e quindi ora in fase di ristrutturazione.
Ma il nuovo CTF Fitarco nasce senza alcun “messia” all’interno, tutto con tecnici di casa nostra, e quindi come convincere gli atleti di alto livello che ha un qualsiasi senso raggrupparsi lì per lunghi periodi? Ripristinando all’inizio i gettoni di presenza per chi ci sta e non dandoli a chi invece si allena a spese proprie a casa propria oppure, trovata più recente, “ordinando” agli atleti in forza alla Aeronautica Militare di presenziare ai raduni del CTF stesso  e i militari notoriamente devono solo “ubbidire” e dare risultati a comando, come tutti ben sanno). Non certo una soluzione brillante, in attesa di un nuovo messia di cui ferve per tre anni la ricerca a livello mondiale, recentemente intensificata dopo i risultati non proprio esaltanti dei mondiali Targa Junior e Senior 2009.
Intanto, in Gran Bretagna, il CTF è a Lilleshall, usuale centro di allenamento delle squadre inglesi di quasi tutti gli sport. La Federazione inglese è relativamente povera fino al 2004, e quindi non può permettersi se non un paio di atleti semi professionistici e nessuno residente. Ma nel 2004 Alison Williamson vince il Bronzo ad Atene e Londra è candidata per le olimpiadi del 2012. Il budget della federazione viene rapidamente moltiplicato per 4 e si decide che serve un vero CTF. Detto fatto, si offrono ottimi stipendi fino al 2012 ai migliori sei atleti inglesi (tre uomini e tre donne) per trasferirsi al CTF, e si assume il classico “messia”, che questa volta è proprio Dung Eum Suk, in arrivo dall’Italia dopo Atene . Bene, in questo raro caso gli atleti sono già i migliori, hanno ottimi e sonanti motivi per rimanere buoni al CTF e hanno pure un allenatore di rinomanza internazionale. Tutto perfetto?
Per nulla. Le cose procedono fino al 2008, ma la tanto attesa medaglia alle Olimpiadi di Pechino non c’è, e la federazione “riceve” dal comitato olimpico un nuovo “Performance Director” che decide che il messia è da cambiare,  si dice per non aver dato i risultati sperati nella gestione degli atleti ed in particolare  delle squadre in gara. Eliminato quindi Suk, riparte la ricerca ed è di questi giorni la notizia che il nuovo messia per la Gran Bretagna è l’americano Lloyd Brown, head coach USA con medaglie olimpiche sia ad Atlanta che a Sidney, messo da parte dalla federazione USA per far spazio al nuovo messia K.S. Lee. Lui e il CTF di Lilleshall devono durare ora meno di tre anni, e forse questa volta ce la faranno.
Ma, caso clamoroso e unico livello mondiale, ecco per la prima volta in scena Italia il terzo avvento di un messia già “eliminato” in precedenza per ben due volte. Visto che la Gran Bretagna ha licenziato Dung Eum Suk, ecco che la FITARCO con decisione incomprensibile in questi giorni lo riassume, gli riaffida il ruolo di salvatore della patria e del CTF/SF e ne fa il di nuovo, per la terza volta, il messia tanto atteso del suo CTF/SF più o meno reale. Un anuova favola ancora tutta da scrivere.
Mi vengono in mente molte altre storie di messia in vari paesi che perdono la loro santità dopo un po’ o non l’hanno mai avuta in patria e la riacquistano spostandosi in altre nazioni.
C’è un famoso allenatore Coreano che è meglio noto a tutti come “Coach Kim”, che è stato il primo national coach di Taipei per poi ritornare nel suo paese, ce n’è un altro sempre Coreano che era il coach della Cina, ed ora è tornato a seguire un business club in Corea, ce ne uno che allenava il Lussemburgo ed ora rappresenta una ditta di arcieria; c’è un Olandese che allenava l’Austria ma che da fine 2009 allenerà l’ Ungheria. C’è pure un italiano che allena l’Irlanda (oohps ..) e un altro che si occupa del Brasile, e c’è tale Mario Codispoti che avuto modo di allenare tre differenti nazioni in successione, Italia, Francia e Turchia, prima di ritirarsi in pensione. Messia di ogni origine per destinazioni di ogni genere: comunque sempre legati a CTF reali o virtuali.
Poi, tante altre storie di centri federali in tutte le parti del mondo, tutti con lo stesso identico problema: come fare ad esistere se nessun atleta di livello ci vuole stare ? Come fare a giustificare esistenza e costo al proprio Comitato Olimpico, se gli atleti stanno da altre parti?
Tutti alla ricerca del messia che li faccia esistere credibilmente, fino al successivo licenziamento del messia stesso e alla sua sostituzione, o alla chiusura del centro, tutti a ripetere l’infinita recita che rimane regolarmente senza finale, da sempre, anche se tutti in coscienza il finale vero lo conoscono perfettamente.
Centri, centrini, e messia compresi.

2 commenti:

ricfranz ha detto...

Non mi pare che i CTF o le SF possano funzionare negli sport "minori", quelli, cioè, basati sui dilettanti e sul volontariato proprio per le difficoltà principalmente economiche che incontra chi deve soggiornare fuori residenza per tempi più o meno lunghi.
Chi ha un lavoro non può permettersi di partecipare ai raduni.
Da tempo io sostengo che dovrebbero essere impegnate maggiori risorse finanziarie nello sviluppo dei quadri tecnici periferici: dovrebbero essere facilitate economicamente le partecipazioni (per i promossi) ai corsi per istruttori di II° livello e per allenatori (con esami veri), dovrebbero essere dati maggiori fondi alle regioni per i programmi tecnici, e forse dovrebbero esserci incentivi economici per gli atleti che maggiormente si impegnano, con sacrifici personali.

La storia mi pare che ci insegni che i titoli che abbiamo vinto abbiano avuto la loro origine nelle storie personali dei vari atleti di rilievo, e non siano nati da programmi collettivi.

Vittorio Frangilli ha detto...

I due CTF Italiani, quello degli anni 90 e quello attuale, si sono basati sull'incentivo economico. Gettone di presenza per ogni giorno al CTF. Ma il problema fu nel primo che al centro soggiornavano quelli che avevano bisogno di soldi,ed erano disponibili a stare a Roma, non quelli che tiravano bene, a parte uno, Matteo Bisiani.
Nell'attuale, i criteri di compensazione non sono molto chiari, ams embra valere più il supposto "obbligo" per gli atelti dell'aeronutica militare.
Evidente poi a tutti, come citi, chei titoli vinti sono stati frutto di storie tutte personalimaturate in un ecosistema, magari solo locale o familiare, favorevole alle stesse.
per quasi 12 anni questo è stato di fatto riconosciuto, e più o meno si è cerrcato di aiutare gli atleti di alto livello lasciandoli comunque nel loro habitat di origine, ma dalla invenzione e relativo finanziamnto CONI per l'attuale CTF siamo entrati in piena controriforma, per l'obbligo di far vedere al CONI che finanziamenti producno risultati. E se gli atleti del CTF non ne vogliono sapere, vengono costretti a frequentare con mezzi e mezzucci... Non è una bella storia.