domenica 25 ottobre 2009

Rappresentano chi?

Da un po' di anni , da quando la famigerata riforma del CONI firmata Melandri ha sconvolto la vita e la realtà del CONI stesso, ma purtroppo anche di tutte le Federazioni sportive, FITARCO inclusa, ci siamo ritrovati con le categorie degli Atleti e dei Tecnici obbligatoriamente rappresentate nei vari consigli, dal Provinciale al Regionale al Nazionale, ed elette dai rappresentanti delle stesse categorie provenienti dalle società, a loro volta portatori di voti assegnati con formule assolutamente astruse.
Un baillame di calcoli, assemblee separate., elezioni particolari, votazioni splittate con l'unico scopo di eleggere ai vari livelli i detti rappresentanti di Tecnici e Atleti. Un costo gestionale supplementare incredibile per la Federazione, un costo reale diretto per le tasche delle società e dei loro rappresentanti che si sono trovati triplicati gli obblighi di partecipazione alle assemblee ed i relativi costi, senza alcun beneficio di ritorno.
E' vera espansione della democrazia? Ma non facciamo ridere, sappiamo tutti che i rappresentanti di tecnici ed atleti delle società sono quasi sempre eletti o nominati per esclusione (non lo puoi fare tu perché sei già presidente, non lo può fare lui perché è già consigliere, allora lo fai tu...), che i rappresentanti così eletti non vorrebbero mi andare a rappresentare nessuno perché è una perdita di tempo(vero!) e di soldi (vero!), e che comunque se alla fine vengono “costretti” ad andare alle assemblee, ricevono rigorose istruzioni su chi votare in funzione degli impegni specifici locali o nazionali della propria società.
E i candidati alla rappresentanza a livello regionale? Spudoratamente designati a puro livello di disponibilità pratica o semplicemente di accettabilità politica (politica Fitarco, ovviamente, non quella vera).
Per i candidati a livello nazionale, ancora peggio. Le candidature vengono designate esclusivamente a livello politico, e le caselle vengono riempite solo in funzione del “Manuale Cencelli” della Fitarco, per il quale che uno rappresenti veramente la propria categoria non ha nessuna importanza, ma che debba rappresentare esclusivamente chi lo fa eleggere è fondamentale.
Per bontà di animo, riconosco comunque che almeno i rappresentanti dei Tecnici vengono generalmente eletti tra tecnici di nota statura locale o nazionale, Eletti con voti gestiti politicamente, ma almeno eletti in una rosa di nomi rappresentativi, almeno all'apparenza, della categoria.
Ben altro discorso va purtroppo fatto sui rappresentanti degli atleti. In Fitarco, si sa, siamo TUTTI qualificati anche come Atleti, e quindi possiamo ambire all'elettorato attivo e passivo indistintamente senza soluzione di continuità. Va da sé che praticamente qualsiasi tesserato può essere eletto come rappresentante degli atleti, magari continuando a rimanere nella carica elettiva nella quale era sto eletto come dirigente nel quadriennio precedente, e viceversa.
Ma, eletto nel consiglio provinciale, regionale o nazionale, rappresenta veramente chi?
Ovviamente, solo chi l'ha fatto eleggere e certamente non la fantomatica categoria degli Atleti, visto che tutti,, come detto, sono Atleti. Sono posti dirigenziali fittizi assegnati in modo anomalo in base ad uno statuto assurdo e formule ancora più assurde.
Il peggio del peggio comunque della riforma Melandri comunque non è questo, ma il fatto che questa assurda rappresentanza fittizia ha di fatto “eliminato” dai consigli locali e soprattutto dal Consiglio Federale la rappresentanza degli atleti di alto livello, gli unici veri “atleti” della Fitarco, che eleggevano precedentemente esclusivamente all'interno degli appartenenti ai Gruppi Nazionali (comunque, oltre 60 Atleti ogni anno) un loro rappresentante in Consiglio Federale. E i rappresentanti così eletti dalla varie federazioni eleggevano a loro volta i loro rappresentanti nel consiglio nazionale del CONI. Le istanze quindi degli atleti di vertice di tutte le federazioni avevano quindi il loro canale verso i vertici assoluti dello sport federale e nazionale, e viceversa.
Purtroppo, la riforma Melandri è partita sull'argomento da presupposti di tipo, consentitemi la parola, squisitamente comunisti. NON esistono atleti di vertice, ma solo Atleti, senza considerare che chi fa attività amatoriale e chi fa attività di alto livello sono due categorie competamente separte in mondi che spesso neppure si parlano.
Il risultato attuale è che gli atleti di vertice italiano in praticamente tutte le discipline minori sono tornati a non avere più nessuna voce reale verso i vertici federali al di fuori delle semplici relazioni personali, e questo, purtroppo è una delle cause del decadimento generale del livello tecnico assoluto. Non la principale, ma certo una componente dello stesso.
Si può rimediare? Certo che si può, e se la strada della modifica statutaria per ridefinire l'elettorato attivo e passivo della categoria degli Atleti può essere difficile per le solite opposizioni fantasiose del CONI, nulla vieta alla FITARCO di aggiungere al proprio statuto, di nuovo, la figura del rappresentante degli Atleti di Vertice, che viene eletto dagli stessi e che siede in Consiglio Federale senza diritto di voto. Si tratta solo di decidere di farlo e, sopratutto, di volerlo fare veramente.
Chissà che l'assemblea di Febbraio 2010 non regali agli Atleti Nazionali nuovamente una loro rappresentanza in Consiglio Federale.
Anni fa, la rappresentanza fu imposta dal CONI, e certo non gradita dalla struttura centrale, am principalmente subita.
Nell'ultimo consiglio federale Fitarco prima della famigerata riforma Melandri, sedeva senza diritto di voto Maria Rachele Testa. Rachele, ex appartenete alle squadre nazionali Olimpico ed Olimpionica a Barcellona nel 1992, svolgeva egregiamente il suo ruolo di collegamento tra gli Atleti nazionali che l'avevano eletta e il Consiglio Federale, pur non avendo diritto di voto e faceva anche parte della commissione nazionale CONI per le Donne nello Sport, rappresentando i nostri Atleti anche in quella prestigiosa sede. Nel 2002, dopo il buio periodo del commissarimento FITARCO da parte CONI, si candidò alla Presidenza della Fitarco. Ottenne solo l'8% dei voti, principalmente da parte degli Atelti che aveva degnamente rappresentato fino ad allora, e semplicemente scomparve dal mondo Fitarco.
Maria Rachele Testa ci ha definitivamente lasciato lo scorso settembre stroncata da un male incurabile. E' stata l'ultima vera rappresentante degli Atleti Azzurri FITARCO.
I rappresentanti attuali degli Atleti rappresentano chi?

lunedì 19 ottobre 2009

Se non crediamo noi..

Il calcio continua a non accettare mezzi elettronici per risolvere situazioni arbitrali direttamente in campo, e la regola del fuorigioco continua a generare infinite possibilità di interpretazione senza arrivare alla soluzione reale: l’abolizione.
Le regole del calcio non cambiano, e sono ormai ben oltre i 100 anni che sono sempre le stesse.
Il tiro con l’arco ha alcune regole generiche che sono le stesse al massimo da una quarantina d’anni. La gara della FITA che ha le stesse regole sulle distanze uomini e donne da più lungo tempo è proprio il FITA Round, che risale agli anni 50… Tutte le altre regole e regolamenti sono in continua evoluzione, e lo stesso FITA round non si tira più, oggigiorno, con le stesse regole degli anni 50, ma neppure con quelle degli anni 80…
Recentemente, la FITA ha cambiato logo, se non addirittura nome. Il famoso logo con le foglie di alloro attorno al bersaglio a cinque colori è stato sostituto da quattro quadrati irregolari dai colori giapponesizzanti ( i giapponesi amano i colori pastello) che iscrivono un arco e un afreccia stilizzata. E il nuovo logo “deve” essere accompagnato dalla scritta “World Archery”, mentre la scritta FITA non c'è più. Che la FIFA vada presto a chiamrsi "World Soccer" ?
L’Olympic Round, nato nel 1991, è finalmente morto ufficialmente al congresso 2009, dopo 18 anni di vita, e senza neppure un anno di sperimentazione per la formula che lo va a sostituire.
E mi fermo.
Uno sport universale ha secondo molti il diritto di qualificarsi tale se le sue regole sono note e stabili da almeno cento anni o oltre. Ma sembra che questa regola sia ormai appannaggio solo degli sport “ricchi”, come il calcio, e i golf .
Tutti gli altri, i cosiddetti sport minori, ovvero praticamente TUTTI gli altri sport, continuano a cambiare regole e spesso persino identità all’inseguimento dell’araba fenice della visibilità televisiva, senza neppure rendersi conto che la loro esistenza è inevitabilmente e per sempre legata ai praticanti dello sport, non agli spettatori.
E per trovare nuovi praticanti per il tiro con l’arco, la soluzione non è inventare per ciascun nuovo iscritto un nuovo tipo di gara con un nuovo bersaglio e nuove regole. Magri con una nuova organizzazione sotto un nuovo nome.
La soluzione è ridurre la tipologia delle gare, il numero delle classi e i tipi di arco, ma aumentare i riscontri comuni alle tipologie sopravvissute, non ridurle. Creare identità, non divisioni.
Un set di regole, un solo mondo, un solo bersaglio.
Una identità ormai perduta per il tiro con l’arco della FITA.
Se non crediamo noi nelle nostra identità, perché altri dovrebbero?

giovedì 15 ottobre 2009

Sognando una rivista vera

L'ultimo numero di Arcieri mi ha riportato a sognare una rivista vera dedicata al tiro con l'arco.
Una rivista con articoli dove si parla veramente di cosa è successo, si raccontano storie, si pubblicano interviste, si confrontano opinioni, si pubblicano belle foto, si rimanda per approfondimenti ad un sito Web, si riceve la posta dei lettori e si ricercano gli esperti per rispondere alle domande.
Insomma, una rivista vera.
Non ce ne sono molte nel mondo, e la migliore in assoluto è Bogensport, piuttosto poco fruibile visto che è strettamente in lingua tedesca. Poi, Archery, ma è addirittura in Giapponese, e finalmente The Bow ultima versione, l'unica in Inglese che risponde ai requisiti o almeno ci prova.
Le altre, o sono bollettini delle federazioni, anche belli a volte (Tir a l'Arc),  o sono brutte e dilettantesche.
Da sempre incontro Andrè Gregg di Bogensport e Yoshi Komatsu di Archery a tutte le manifestazioni internazionali di tiro con l'arco, ed ovviamnte erano anche ad Ulsan con tanto di Eos e zoom da 1000x. Laurence Frere , addetta stampa della federazione Francese, era a Ulsan a fare gli articoli in tempo reale per Tir a l'Arc.
Scommettiamo che gli articoli su Arcieri e su Arco a proposito di Ulsan saranno scritti dai soliti nomi, e saranno al solito pressocchè identici tra di loro? Che le foto saranno le solite formato cartolina fatte dai partecipanti Italiani perchè per averne di buone occorre comperarle dai professionisti presenti o farsele regalare dalla FITA? Che la foto di gruppo verrà pubblicata in formato mignon 30 x  20 mm in mezzo ai risultati (esempio: foto di tutti imedagliati a Torino Targa 2009)?
Che la cronaca della gara sarà la solita piu' o meno così:
- Siamo arrivati
- Qualcuno ha perso la valigia
- Abbiamo gareggiato
- "A" e' arrivato "X", "B" è arrivato "Y", "C" ha perso di misura contro il fortissimo "Z"
- La sfortuna di aver incontrato  "N" troppo presto
- Il risultato non corrisponde alle aspettative ma lavoriamo per il futuro
Ricordate quei cilindri di cartone con tante frasi d'amore generiche su sezioni mobili successive che si trovavano nelle cartolerie e negozietti anni fa, e che servivano a creare lettere d'amore sempre nuove con frasi già fatte?
Sono certo che un qualsiasi programmatore, persino il sottoscritto se rispolvera un po' di Basic, può  preparare un programmino che genera in automatico gli articoli di Arcieri per qualsiasi manifestazione passata, presente e futura. Con un centinaio di parmetri base e altrettante frasi si possono costruire articoli perfetti in stile "Arcieri " senza alcuno sforzo se non quello di inserire i parametri iniziali, tipo logo, partecipanti, risultati, avversari delgi azzurri, date e il famoso campo "Chi ha perso la valigia questa volta?" che non deve assolutamente mancare.
Per la firma,  un bel generatore di nomi casuali puo' dare un tocco di novità ai contenuti.
Sognando una rivista vera.

mercoledì 14 ottobre 2009

Arbitri tiratori

Qualche volta si danno per scontate nel tiro con l'arco regole che non esistono.
Una di queste è quella che l'arbitro non possa partecipare come tiratore alla gara che sta arbitrando.
Sono venuto sull'argomento a Ulsan con Morten Willman, Chairman del Judge Committee della FITA, e lo stesso mi ha confermato che tale regola non esiste. E' anzi normale nel suo paese, la Norvegia, che l'arbitro sia anche tiratore nella gara che arbitra.
In effetti, quando il tiro con l'arco era uno sport non influenzato dalle regole del CONI (o dovrei dire da quelle del Calcio?), i regolamenti FITARCO consentivano esplicitamente, in assenza dell'arbitro ufficialmente designato,  che l'arbitro venisse eletto dai partecipanti alla gara tra loro stessi, identificando il più esperto in regolamenti presente che si assumeva anche l'onere di dirimere le controversie sui punti da assegnare e sui regolamenti stessi.
Il fatto che la registrazione dei punteggi sia ancor oggi effettuata da due scoristi auto-nominati tra i tiratori dello stesso beraglio, e che gli stessi siano anche giudici su alcune situazioni particolari nel targa e lo siano in toto nel campagna non è che l'attuale realtà della vecchia regola.
Ma dove, nei regolamenti FITARCO, è scritto che l'arbitro non può proprio partecipare all a gara che arbitra? Non è scritto nei regolamenti FITA, che mi risulti, e nei regolamenti FITARCO non l'ho trovato.
Qualcuno mi aiuta?

martedì 13 ottobre 2009

Un iraniano in ascensore

5 settembre 2009, ora di colazione, Ulsan, Korea. Gli Olimpici hanno tirato il il FITA di qualificazione dei Mondiali il giorno prima, i compound  iniziano le eliminatorie questa mattina e sono già tutti al campo di tiro.
L'ascensore lascia il decimo piano dell'hotel Hyundai. Dentro, il sottoscritto, un alteta olimpico della nazionale italiana e un atleta olimpico iraniano. Un saluto tra italiani, poi saluti di cortesia all'iraniano. Gli chiedo come è andato il FITA di qualificazione del giorno prima. Non parla bene l'inglese, ma si capisce chiarmente che non è contento del risultato perchè si è classificato solo 24esimo. "Ma quanto hai fatto?" chiede l'italiano.
1333, è la risposta della faccia triste. L'atleta italiano è un po scioccato... mi dice "mi sarei aspettato gli iraniani sul 1270..". Rispondo "sul  1270 ci sono per ora gli Iralndesi, purtroppo per me". Chiedo all'iraniano se hanno ancora il coach Koreano e da quanto. Sì, e sono quasi 5 anni. Una coppia, e l'uomo allena gli uomini e la moglie allena le donne. Alla World Cup di Varese che ho organizzato nel 2007 non avevano fatto granchè, ma evidentemente il tempo passa.
L'ascensore arriva a piano terra.
L'umore pure.

lunedì 12 ottobre 2009

Archi o balestre?

Nel film di Martinelli "Barbarossa" tutti usano balestre, sia per la caccia che per la guerra. Solo ad un certo punto, Alberto da Giussano sbuca nella foresta con arco e frecce nella faretra sulla schiena, imitazione Robin Hood, ma non lo usa mai...
Ma nell'assedio di Milano e nella battaglia di Legnano si usarono più archi o balestre?

domenica 11 ottobre 2009

Coppa Europa per Club da rifare

Archiviata oggi a Madrid la seconda edizione della Coppa Europa per Club, c'è da chiedersi se ci sarà mai una terza edizione.
Scarsa la partecipazione, cinque podi su sei alle squadre francesi, una organizzazione ed una trasferta costose per una formula che evidentemente non funziona.
Le speranze dopo la prima edizione a Moliet nel 2008 erano state tante, ma era evidente che la formula richiedeva urgenti ritocchi per tentare di salvare la seconda edizione, imprudentemente assegnata troppo velocemente a Madrid. Invece, nessuna correzzione alla formula e inevitabile calo di partecipazioni e di interesse generale.
Troppo difficile formare le squadre, troppo costoso partecipare, scarsa competitività generale contro le squadre francesi che considerano la Coppa Europa il proseguio del loro campionato di Divisione Naizonale A. Una formula studiata dai francesi per far vincere inevitabilmente i francesi.
Se alcuni club francesi hanno budget vicini ai 200,000 Euro, se tutti organizzano raduni "pre coppa" con spese pagate ai loro atleti, se formano le squadre ogni fine anno con un vero arco - mercato e se tutti hanno almeno 4 titolari e un paio di riserve per affrontare il campionato nazionale ( e hanno tre divisioni per lo stesso) , mi volete dire chi si può permettere, non solo in Italia, di tentare di competere?
Per l'Italia, senza regole un po' piu' flessibili nella formazione delle squadre e senza una sovvenzione FITARCO, magari alle prime 4 squadre assolute degli italiani targa, è e sarà game over.
Comunque, speriamo che l'Emau riveda in toto l'evento, altrimenti la terza edizione pottrebbe essere inglobata direttamnte nella finale francese di divisione nazionale A....

venerdì 9 ottobre 2009

Ma i tiratori compound sono felici?

Lentamente, man mano che le informazioni disponibili vengono filtrate e finalmente "lette" nel loro reale significato, i tiratori compound a livello mondiale si stanno rendendo conto che il tiro con l'arco come loro lo hanno interpretato fino ad oggi è morto.
Tra due anni, a modifiche completate:
- non tireranno più a 70 mt
- non tireranno più la gara FITA
- tireranno sempre e solo su doppi bersagli a 50 in qualificazione e su hit and miss nelle eliminatorie
- I mondiali compound diventeranno eventi separati.
La FITA ha forzato i cambi per erendere più diverso possibile il compound come specialità dall'olimpico, suggerendo che questa è la via per arrivare più facilmente alle Olimpiadi.
Ovviamente non è vero, è solo la via per liberarsi definittivamnte del problema compound. Un po' come fatto a suo tempo con la distruzione sistematica dello Ski Arc, il processo si ripete.
1) si prende una disciplina già affermata e con regole stabili da anni, e si dice che così non può andare alle olimpiadi (invernali per lo ski-arc)
2) si definisce che le regole non vanno bene per lo spettacolo
3) si cambia tutto, ma proprio tutto delle regole
4) si azzerano titoli, record e storicità della disciplina
5) si organizzano gare completamente separate e completamente nuove per la disciplina, affermando che comunque vanno provate per almeno un quadriennio per "metterle a punto"
6) si dà un po' di supporto alle nuove gare
7) si lascia che molti abbandonino e i pochi rimasti vadano alle nuove gare
8) si toglie il supporto alle nuove gare
9) la disciplina ritorna indietro di 10 anni, tutto viene cancellato e si ricomincia, forse, da capo.
La parte interessante della storia dello Ski Arc è che gli addetti ai lavori furono i più entusuasti nei cambiamenti, visto che le premesse erano più TV, più soldi e Olimpiadi.
Ora, i pìù entusiasti sono sono proprio gli Olandesi che pilotano i cambi delle regole.
Scommettiamo che va a finire allo stesso modo?

Ma i tirtori compound a livello mondiale sono felici delle nuove regole?

giovedì 8 ottobre 2009

Olimpiadi 2012

Una lunga chiaccherata questa mattina con un consigliere Fitarco. A voce alta, ho espresso quello che penso e temo pensino ormai in molti, nostri atleti di alto livello compreso. A Londra 2012 ci andremo solo come turisti con la squadra maschile, forse con la femminile.
Parlando a voce alta ho dovuto ammettere che non vedo nessuna speranza di una risalita dalla parabola discendente iniziata ormai da due anni dalla nostra squadra maschile. Mancano gli stimoli, manca qualsiasi tipo di programmazione, manca una visione, un progetto. In particolare, mancano gli uomini, Atleti, Tecnici e Dirigenti che abbiano come reale priorità il vincere a Londra, non il semplice vivacchiare, difendere le proprie scelte errate e sperare nello stellone italico.
Siamo tornati ai tristi anni dove l'obiettivo era qualificarsi per la trasfertuccia o metter al sicuro la propria posizione, non tentare di ottenere una medaglia Olimpica. Anni che ho vissuto fino al 92, e sto rivedendo come il replay di un film al ralllentatore in bianco e nero. O solo in nero.
Siamo alla fine di un ciclo che ha almeno quattro o cinque anni di errori alla propria base, e probabilmnte con la necessità di altrettanti per ritornare almeno al punto di partenza.
Ma la FITARCo non sta cambiando nulla, anzi, sembra accellerare il tutto nelle direzioni più erronee possibili. Il CONI, che dovrebbe sorvegliare sulla preparazione olimpica, probabilmente neppure si è accorto delle tragiche condizioni tecniche in cui siamo. Ogden e Ulsan sono volati via, l'obiettivo ufficiale dichiarato sono gli Europei Targa 2010, per il 2012 rimane solo un "progetto" di cui neppure si conoscono i contenuti e le finalità. Forse, ormai, solo turistiche.
Come DT dell'Irlanda, ho concordato gli obiettivi con il consiglio direttivo, ho delineato una pianificazione dettagliata degli step per tentare di raggiungerli in base alle limitatissime risorse disponibili, e il piano e' finalizzato solo a Torino 2011, dove ci si giocherà la qualificazione per Londra. A me, e a nessuno di quelli che fanno il mio mestiere al mondo fuori dall'Italia, frega assolutamente nulla degli Europei 2010 e ancora meno di una Coppa del Mondo che fa felice chi la vince (tanti soldi), ma a livello di Nazionali è quantomeno inutile, se non addirittura deleteria in proiezione 2011.
Ma io vedo le cose dall'Irlanda, oramai, e non non sono il solo.
Forza, TRAP !

vittarco

Cronosfera, stratosfera, atmosfera, arcosfera

Ho fatto trascorrere oltre un anno dalla creazione del blog a nome arcosfera, senza mai postare nulla. Era una idea nata per diffondere idee e pensieri. L'ho pensata subito superata dai forum e da Facebook...
Non è vero, e me ne sono reso conto definitivamente, anche se con colpevole ritardo.
Eccomi qui quindi nella sfera dell'arco a parlare un po' di tutto, passato, presente e futuro del tiro con l'arco compresi.
Il luogo per la filosofia, per i progetti, per i ricordi e per le citazioni. Non per le discussioni, ma per le proposte.

Arcosfera .......